IL SIGNIFICATO DEL CDM IL 1° MAGGIO

primo maggio manifestazione storia

La festa del lavoro ha origini antiche e internazionali. Fu proclamata per la prima volta a Parigi, il 20 luglio 1889, durante il congresso della Seconda Internazionale, un’organizzazione di partiti socialisti e operai. L’idea era di indire una grande manifestazione per chiedere la riduzione della giornata lavorativa a otto ore, uno slogan condiviso dai movimenti dei lavoratori di tutto il mondo. La data scelta fu il primo maggio, per ricordare gli scioperi e i massacri avvenuti tre anni prima a Chicago, negli Stati Uniti, dove gli operai protestavano per le stesse rivendicazioni.

Il primo maggio del 1890 si tenne così per la prima volta una manifestazione internazionale, con un’altissima adesione. Da allora, molti paesi adottarono questa data come festa nazionale, tranne gli Stati Uniti, che preferirono spostare il Labor Day al primo lunedì di settembre. In Italia, la festa del lavoro fu ratificata nel 1891, quando il Partito Socialista Italiano organizzò una grande manifestazione a Milano alla quale parteciparono circa 30.000 persone, ma non fu sempre rispettata.

Durante il ventennio fascista, la celebrazione fu accorpata a quella del 21 aprile, in coincidenza con il cosiddetto Natale di Roma, e perse il suo significato di lotta e solidarietà tra i lavoratori, diventando una celebrazione propagandistica delle leggi corporative imposte da Mussolini. Il fascismo cercò infatti di eliminare ogni forma di autonomia e di rappresentanza dei lavoratori, imponendo il sindacato unico fascista, la Carta del Lavoro e il giuramento di fedeltà al Duce.

Dopo la caduta del fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, la festa del lavoro tornò ad essere celebrata il primo maggio. Ma non senza difficoltà e violenze. Nel 1947, a Portella della Ginestra, in Sicilia, durante una manifestazione popolare furono uccise 11 persone da una sparatoria organizzata dalla banda del mafioso Salvatore Giuliano. La Costituzione repubblicana del 1948 sancì i principi fondamentali del lavoro come diritto, dovere e dignità della persona, garantendo la libertà sindacale, il diritto di sciopero e la tutela dei lavoratori. Negli anni successivi, la festa del lavoro divenne così un momento di celebrazione della democrazia, ma anche un’occasione di musica e cultura, con concerti e spettacoli organizzati dai sindacati e dalle associazioni.

Oggi, però, la festa del lavoro sembra aver perso di nuovo il suo valore e la sua importanza. Il governo Meloni, infatti, ha deciso di istituire un consiglio dei ministri proprio il primo maggio, come se fosse un giorno qualunque. Una scelta che è stata interpretata come una provocazione e una mancanza di rispetto verso i lavoratori e le lavoratrici che hanno fatto la storia del nostro paese. Un gesto che ricorda quello del fascismo che abolì la festa del lavoro per imporre la sua visione autoritaria e repressiva.

Per questo motivo, credo che sia importante ricordare e celebrare il primo maggio come una giornata di lotta e di dignità. Una giornata in cui riaffermare i diritti conquistati con fatica e sacrificio dai nostri predecessori. Una festa che appartiene a tutti coloro che credono nella libertà, nella democrazia e nella giustizia e che invita a non arrendersi mai alle ingiustizie. Una giornata in cui esprimere la nostra solidarietà con chi soffre per la crisi economica e sociale causata dalla pandemia. Una giornata in cui dire no al governo Meloni e alla sua politica anti-lavoro.

Filippo Piccini

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