American Pastoral // Ewan McGregor

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Il film “American Pastoral” è il debutto alla regia dell’attore scozzese Ewan McGregor, noto per i suoi ruoli in “Trainspotting”, “Moulin Rouge” e “Star Wars”. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Philip Roth, vincitore del Premio Pulitzer nel 1998, ed è uscito nelle sale nel 2016; ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica e non ha ottenuto un grande successo di pubblico. Il film non ha ricevuto nessuna nomination per gli Oscar o i Golden Globe, tuttavia, ha conseguito una nomination al CineLibri International Book and Movie Festival per il Gran Premio come migliore adattamento letterario.

La trama segue le vicende della famiglia Levov, composta da Seymour (Ewan McGregor), detto “lo Svedese” per la sua bellezza e il suo successo come imprenditore tessile, dalla moglie Dawn (Jennifer Connelly), ex reginetta di bellezza, e dalla figlia Merry (Dakota Fanning), affetta da balbuzie e dominata da una forte ribellione contro il sistema. Ambientato tra gli anni ’60 e ’70, il film mostra il crollo del sogno americano e dell’armonia familiare dei Levov, a causa dell’escalation della guerra in Vietnam e dei movimenti di protesta che ne derivano. Merry diventa infatti una terrorista anti-guerra e si rende responsabile dell’omicidio di un uomo con una bomba. Da quel momento, lo Svedese si mette alla ricerca disperata della figlia scomparsa, mentre la moglie cade in depressione e si rifugia nella chirurgia estetica.

Il film presenta alcuni dettagli e curiosità interessanti. Per esempio, il ruolo dello Svedese era stato originariamente affidato a Philip Seymour Hoffman, ma dopo la sua morte nel 2014 è stato sostituito da McGregor. Inoltre, la pellicola è stata girata in gran parte a Pittsburgh, in Pennsylvania, per ricreare l’atmosfera del New Jersey degli anni ’60 e ’70. Infine, il titolo del film si riferisce al soprannome che Roth dava alla sua America ideale, quella della classe media bianca e prospera che viveva in armonia con la natura e con se stessa.

La riflessione finale che il film suscita è quella sulla fragilità dell’esistenza umana e sulle conseguenze delle scelte che facciamo. Il film mostra come lo Svedese sia un personaggio che ha sempre cercato di fare la cosa giusta, di essere un buon padre, un buon marito, un buon cittadino. Eppure, il suo mondo si sgretola sotto i colpi della storia e della violenza. Il film ci fa domandare se esista davvero una via di mezzo tra l’adesione acritica al sistema e la sua contestazione radicale. Il film ci fa anche riflettere sul senso della paternità e sul rapporto tra genitori e figli. Lo Svedese ama profondamente sua figlia, ma non riesce a capirla né a salvarla. Infine, ci fa interrogare sul valore della bellezza e dell’apparenza in una società che le idolatra, ma al tempo stesso le distrugge.

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