Il 21 marzo 1974, a seguito dell’insediamento del quinto ed ultimo governo Rumor, si tiene alla Camera il discorso programmatico di uno dei più significativi esecutivi della Prima Repubblica. Rappresentò infatti il canto del cigno della coalizione di centrosinistra composta dal tripartito DC-PSI-PSDI, durante un contesto storico molto complesso e difficile per il nostro Paese, caratterizzato da un’economia instabile e da una crescente inflazione.
Negli anni ’70 l’Italia era un Paese molto diverso da quello di oggi: in rapida evoluzione, era segnato da profonde trasformazioni economiche, sociali, culturali. L’Italia era un paese industrializzato, ma caratterizzato da una forte presenza di piccole e medie imprese. La struttura economica era dominata da alcuni grandi gruppi industriali, ma vi erano anche numerose imprese artigianali e familiari. Il paese era diviso in due blocchi politici contrapposti: la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, che rappresentavano rispettivamente le forze politiche governiste e quelle di opposizione. In quegli anni, si assisteva a forti contrapposizioni politiche e ideologiche, che si manifestavano in una serie di conflitti e tensioni sociali. L’economia era segnata da una forte inflazione e dal rallentamento della crescita; si manifestava un crescente malcontento sociale e politico, che si tradusse in numerosi scioperi e manifestazioni di protesta.
Il governo Rumor V si prefisse così di intervenire attraverso una serie di interventi sul fronte monetario, fiscale e dei salari. In particolare, si decise di adottare politiche di contenimento della spesa pubblica, di riduzione dei deficit di bilancio e di limitazione delle richieste salariali da parte dei lavoratori. Mariano Rumor, con il suo esecutivo, si prefisse dunque come obiettivo principale la lotta contro l’inflazione ed il ripristino della fiducia nel sistema economico italiano. Nel discorso programmatico annunciava l’attuazione di una serie di riforme che avrebbero dovuto ridurre l’inflazione e rilanciare l’economia italiana. Tra le principali, vi erano l’introduzione del prezzo libero per alcuni prodotti, la liberalizzazione dei tassi di interesse, la riduzione del deficit pubblico e l’aumento delle esportazioni. Intervenne inoltre anche nell’ambito dell’estensione dello Statuto dei Lavoratori ai lavoratori agricoli, si occupò anche dei lavoratori immigrati, e diede maggiore autonomia alle regioni.
Inizialmente, il governo Rumor ottenne un certo successo, grazie anche alla collaborazione tra le varie forze politiche presenti in Parlamento. Tuttavia, il percorso verso il risanamento dell’economia italiana fu molto difficile e accidentato, e il governo Rumor dovette affrontare molte difficoltà e resistenze. Nell’ottobre 1974, dopo solo pochi mesi, Rumor fu costretto a dimettersi a seguito di un voto di sfiducia da parte del Parlamento. Fu sostituito dal Governo Moro IV e successivamente V, guidati da Aldo Moro fino al luglio 1976. Durante i mandati di questi governi, l’Italia visse un periodo di intensi conflitti politici e sociali, in particolare a causa del terrorismo degli anni di piombo. Nonostante questo, la situazione economica italiana sembrava in parte risanata: nel 1975, ad esempio, l’inflazione diminuì sensibilmente, grazie alle politiche messe in atto dagli esecutivi che si susseguirono, e nel dicembre si attestò al 11,2% rispetto al 24,5% dell’anno precedente.