La battaglia di Rieti-Antrodoco fu combattuta tra il 7 e il 10 marzo 1821, durante i moti rivoluzionari del 1820-1821. La battaglia fu la prima del Risorgimento italiano e vide contrapposte le forze degli insorti costituzionalisti napoletani del generale Guglielmo Pepe e le forze austriache comandate dal generale Frimont, inviate dall’Imperatore d’Austria per soffocare le istanze di libertà che avevano costretto Ferdinando di Borbone a concedere la costituzione.
La situazione politica dell’Italia all’epoca era complessa, con il paese diviso in tanti stati separati, governati da dinastie straniere. La lotta per l’indipendenza era stata alimentata dall’ideologia del Risorgimento, che aveva preso piede nell’Italia del XIX secolo. I patrioti italiani avevano come obiettivo finale l’unificazione del paese sotto un’unica bandiera, fondamentalmente per liberarsi dalla dominazione straniera.
L’insurrezione militare scoppiata nell’esercito del Regno delle Due Sicilie spinse Ferdinando I ad instaurare un governo di stampo costituzionale. L’Austria, garante dell’equilibrio della Restaurazione, decise di intervenire militarmente per reprimere i moti insurrezionali. La battaglia si svolse in una zona compresa tra Rieti e le Gole di Antrodoco, lungo il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. La strategia di Pepe prevedeva di provocare gli Austriaci presenti a Rieti per indurli ad inseguirlo, ma senza lasciarsi agganciare, per portarli a tiro del resto del corpo d’armata.
Tuttavia, Montemaior, il generale a cui Pepe aveva dato queste istruzioni, ritardò l’operazione fino alle 10 del mattino, dando la possibilità agli Austriaci di far giungere rinforzi dai dintorni di Rieti. Dopo quattro ore di combattimenti, Pepe cercò di occupare i Colli dell’Annunziata inviandovi due battaglioni di linea, solo per accorgersi poco dopo che anche gli Austriaci avevano fatto la stessa mossa, ma con otto battaglioni di fanteria ed altrettanti squadroni di cavalleria.
Non potendo inviare i rinforzi, ordinò la ritirata, inizialmente coperta dalla sua artiglieria e svoltasi con ordine nonostante la pressione austriaca, ma ad un certo punto le truppe si sfaldarono iniziando a sparpagliarsi, e solo inviando ufficiali esperti ad Antrodoco si riuscì ad ottenere un certo ordine che fermò il ripiegamento. Il giorno dopo però, buona parte dei reparti si sbandò e solo pochi battaglioni di fanteria e trecento cavalieri rimasero a fronteggiare gli Austriaci, tanto che il 10 le forze rimanenti in Antrodoco ripiegarono verso la salvezza nelle montagne.
La lotta per l’indipendenza dell’Italia continuò per molti anni dopo la battaglia di Rieti-Antrodoco. Tuttavia, la battaglia rappresentò un momento di grande coraggio e determinazione per i patrioti italiani, che dimostrarono al mondo intero la loro volontà di combattere per la libertà e l’indipendenza del loro paese. Oggi, la battaglia di Rieti-Antrodoco è ricordata come uno dei momenti simbolici più importanti della storia italiana.