FINALMENTE (DOPO DECENNI) AVREMO UN VERO PARTITO DI SINISTRA

elly schlein pd

La vittoria di una nuova figura politica, Elly Schlein, nella recente elezione per la segreteria del Partito Democratico ha generato un terremoto nella Sinistra italiana. Una donna, millennial, movimentista e femminista, che fino a pochi mesi fa non era neanche iscritta, ha sorpreso tutti vincendo contro i pronostici e gli esponenti del suo stesso partito.

Sebbene alcuni vedono la vittoria della Schlein come un regalo per i centristi di Renzi e Calenda, rappresenta per tutti una svolta significativa nella politica italiana. La rivolta contro l’establishment e il sistema ha portato alla ribalta una figura politica che rappresenta il “Nuovo” e il cambiamento che i progressisti del nostro Paese stavano aspettando. Il Partito Democratico, che in passato era visto come il partito delle cooperative, degli artigiani rossi e dell’asse tosco-emiliano, oggi è un partito appoggiato per lo più dalla borghesia metropolitana, attento ai diritti civili e ai movimenti come le Sardine e gli “antifascisti”. Gli elettori che hanno votato per Schlein hanno scelto quindi in modo istintivo, pensando di non avere ormai più nulla da perdere.

Ci sono sicuramente molte incertezze sul futuro del centrosinistra ora che la Schlein ha vinto. Il PD potrebbe ricompattarsi oppure i centristi ex renziani potrebbero raggiungere il loro vecchio leader. Il rapporto del Partito Democratico con i Cinque Stelle potrebbe rinascere, oppure aumentare la competizione a sinistra. Gli elettori liberali, moderati e cattolici potrebbero guardare altrove, oppure la nuova segretaria potrebbe avvicinare alla politica una nuova generazione che si è mossa per la prima volta il giorno dell’elezione.

In passato, la segreteria del Partito Democratico è stata retta da figure politiche con background differenti. Schlein rappresenta qualcosa di completamente diverso e indica una svolta significativa rispetto ai suoi predecessori. Molto probabilmente avremo il famoso “partito veramente di sinistra” che probabilmente dai tempi di Enrico Berlinguer in Italia non c’è più stato, complice la volontà di inseguire la destra sul suo terreno ed una mancanza di identità propria. Se avesse vinto Bonaccini avremmo probabilmente avuto l’ennesimo segretario del PD che tiene buoni i suoi mentre strizza l’occhio ai moderati. Ma in questo modo, quando si imitano le idee altrui, gli elettori tenderanno a scegliere sempre l’originale. Con l’elezione della Schlein, che segna anche un momento storico per il Partito Democratico poiché mai prima d’ora una donna aveva guidato il partito, si riavrà invece un’identità netta a Sinistra.

A chi si chiede se la Schlein non sia troppo radicale (o sarebbe dire “troppo progressista”), per poter guidare il Paese, bisogna ricordare che in altri Stati ci sono state alla guida giovani donne, come Jacinda Ardern in Nuova Zelanda, dalle idee socialiste tanto quanto quelle della nuova segretaria del PD, che hanno fatto quanto di meglio si potesse fare per permettere alla società dei loro Paesi di progredire in tema di diritti e giustizia sociale, quindi di migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. E alla fine, non è meno estremista di quanto non lo sia la Meloni, nel suo campo.

Filippo Piccini

Condividi:

Log in with your credentials

Forgot your details?