Un anno di guerra, cortei e fiaccolate a Roma e Milano per chiedere la fine dei combattimenti

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Una marcia per la pace ha preso il via, a Milano, da piazza Castello, un anno dopo l’inizio dell’aggressione russa in Ucraina. Diverse centinaia di persone, sia ucraini che italiani, hanno intonato le note dell’inno nazionale di Kiev scandendo il motto “Slava Ukraini” (“Gloria all’Ucraina”), sventolando numerose bandiere giallo-azzurre e dell’Unione Europea.

Diversi anche gli slogan anche contro l’invasore: “Non liberatori, ma assassini”, “Russia: Stato terrorista”, oltre a invettive all’indirizzo del presidente russo (“Putin assassino”). L’appello accorato più volte ripetuto è stato “La luce vincerà, la guerra finirà”. Da piazza Castello il corteo ha raggiunto la stazione di Cadorna per poi svoltare lungo corso Magenta e via Meravigli e da lì raggiungere piazza Duomo.

Il corteo si è raccolto davanti ai gradini del Duomo, dove sono stati eseguiti alcuni canti tradizionali mentre alcune ballerine georgiane danzavano nella piazza attorno al tridente, simbolo nazionale dell’Ucraina.

A Roma “Pace subito, stop alla guerra”

Con il manifesto arcobaleno di Europe For Peace in testa – retto, tra gli altri, dal segretario della Cgil, Maurizio Landini, dal sindaco Roberto Gualtieri e dal fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi – al motto “Pace subito, stop alla guerra”, anche nella Capitale è andata in scena una manifestazione per chiedere la fine delle ostilità. Le bandiere della pace, assieme a quelle della Cgil, di Emergency e di Sant’Egidio, hanno sfilato per le strade di Roma, a un anno dallo scoppio del conflitto. Tra i manifesti, spiccava il grande striscione in verde “+Parole per tutti” e, in fondo al corteo, un grande telo bianco con scritto “Pace”. La fiaccolata si è diretta verso il Campidoglio.

“Ci deve essere una trattativa diplomatica per il cessate il fuoco e per aprire delle trattative. È molto difficile perchè questa è una guerra dove c’è un aggressore e un aggredito e quest’ultimo ha diritto di difendersi e deve essere aiutato. Non ci si può, però, limitare a questo. Occorre sostenere l’Ucraina e al tempo stesso cercare in tutti i modi di percorrere la strada del negoziato, che è molto stretta ma non per questo non deve essere percorsa”. A dirlo il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha aggiunto: “Bisogna stare con l’Ucraina senza ambiguità, ma bisogna cercare la strada della pace perchè la guerra non è mai la soluzione – ha aggiunto –, io sono qui in quanto sindaco perchè Roma è una città di pace”.

“Nessuno può avere la ricetta in mano ma sicuramente bisogna avviare un percorso negoziale mantenendolo aperto. E doveva essere fatto sin da subito, con il primo invio di armi” ha commentato il leader M5s, Giuseppe Conte, arrivando alla fiaccolata. “Ma da allora questo percorso non è stato costruito” ha poi sottolineato l’ex premier, aggiungendo: “È un percorso faticoso ma è l’unica soluzione possibile rispetto a questa escalation. Ora bisogna sensibilizzare tutti i governi e la comunità internazionale a orientarsi in questa direzione”.

“È a rischio il futuro del mondo. Perché qui stanno discutendo di armarsi con armi nucleari. La guerra atomica è il rischio più grosso in assoluto. Il vero realismo oggi è battersi per la pace” ha invece commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a margine della fiaccolata. Landini ha poi continuato: “Non solo si stanno inviando armi ma si sta spendendo una quantità  di soldi per le armi, da pazzi. C’è bisogno di interrompere questa logica militare e investire per la salute, sulla sicurezza, il cambiamento climatico. Per ricostruire la pace ci vuole volontà”.

“Oggi dopo un anno di guerra, ancora in piazza per la pace, e per ribadire che la via della sola escalation militare non costruisce alcuna via d’uscita, innanzitutto per le vittime di questa aggressione, cioè i civili ucraini. E che occorre almeno un’altrettanta forte iniziativa diplomatica” ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlando con i cronisti. “La guerra non si vince con le armi, la si vince con la diplomazia. È l’ora – conclude il leader di SI – di costruire una via diplomatica che faccia uscire l’Ucraina e il mondo intero dall’incubo della guerra”.

“Penso che c’era bisogno di venire qui per dire che noi non abbiamo smesso di credere nella pace. Dopo la brutale invasione dell’Ucraina oggi crediamo di più al valore della pace. Parliamo di pace per l’Ucraina che ha pagato un prezzo altissimo in questi 12 mesi. La guerra ha creato un terzo degli ucraini come profughi” ha ricordato Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio. “Rischiamo un allargamento del conflitto e siamo sotto la minaccia nucleare, noi popolo della pace non ci rassegniamo a impotenza e indifferenza” ha poi aggiunto. “Siamo qui per ripetere la nostra scelta per la pace, consolidata da un anno di guerra. Non siamo anime belle ma siamo i più realisti davanti al dramma dell’Ucraina. Vogliamo forzare il blocco della politica, dei governanti e lo stallo militare. Bisogna attivare e investire di più sulla diplomazia”.

fonte: RaiNews.it

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