Doomsday Clock 2023, per l’orologio del Giorno del Giudizio mancano appena 90 secondi all’Apocalisse

doomsday clock 2023

Solo novanta secondi: secondo il Doomsday Clock, l’orologio del Giorno del Giudizio, è quanto resta da vivere all’umanità prima dell’Apocalisse. L’annuncio, relativo al 2023, è stato appena fatto dal Bulletin of the Atomic Scientist, il portale che lo ha ideato e che raccoglie notizie, aggiornamenti e ricerche in ambito scientifico, trattando i temi della sicurezza globale e delle politiche pubbliche. L’iniziativa, promossa dall’Università di Chicago, coinvolge think tank, esperti, scienziati e decisori pubblici tra i più qualificati al mondo.

In sostanza, ogni anno (dal 1947) le sue lancette ci dicono quanto tempo resta all’umanità. Detta così, la cosa potrebbe incutere più di un timore; un annuncio di sventura di cui, nei tempi sventurati che stiamo vivendo, non si sente proprio il bisogno. Eppure, l’iniziativa di sensibilizzazione è nata proprio con questo intento: far riflettere sui rischi che corre l’intera umanità, per tutto ciò che accade nel mondo, tra guerre, pandemie, minacce nucleari e crisi climatiche.

Il pericolo viene calcolato sulla base dell’assunto per cui la mezzanotte rappresenta la fine del mondo mentre i minuti (o i secondi, come si è visto) che la precedono costituiscono la distanza ipotetica da questo evento catastrofico. In poche parole, quanto tempo manca all’Apocalisse. Lo scorso anno, con lo scoppio della guerra in Ucraina, restavano 100 secondi alla mezzanotte, un margine strettissimo dovuto alle tensioni geopolitiche internazionali sfociate nel conflitto tra Mosca e Kiev, che prefiguravano uno scontro molto più ampio tra blocchi contrapposti. Nel 2020 restava più tempo, due minuti: era l’anno della pandemia di Coronavirus e le fragilità dell’uomo si mostravano in tutte le sue drammatiche vulnerabilità, tra isolamento forzato, assenza di cure, ospedali al collasso e senza i rimedi più efficaci offerti dalla scienza, il vaccino che poi ha salvato milioni di vite.

Un po’ di statistiche: al momento della sua creazione, in piena Guerra fredda, l’orologio fu impostato alle ore 23:53, sette minuti prima della mezzanotte. Da allora, le lancette sono state spostate 23 volte. E oggi, nel 2023, si raggiunge la massima vicinanza alla mezzanotte, con appena 90 secondi. Precedentemente, oltre ai 100 secondi del 2022, la distanza minima era stata di due minuti, raggiunta in due occasioni: una tra il 1953 e il 1960 e poi tra il 2018 e il 2020. La massima lontananza è stata di 17 minuti, tra il 1991 (quando furono siglati gli Accordi Start) e il 1995.

Il commento del direttore dell’Agenzia per l’energia atomica

Polarizzazione, tensioni e altre difficoltà hanno un impatto sulla situazione” globale “che ovviamente include le testate nucleari. Suppongo che la decisone” di spostare l’Orologio dell’Apocalisse a 90 secondi dalla mezzanotte, ovvero dalla catastrofe nucleare, “rifletta questo. La situazione non sta migliorando e abbiamo sfide maggiori”: lo dichiara il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea), Rafael Mariano Grossi, reagendo all’annuncio di oggi. Grossi si trova al Parlamento europeo per partecipare a un’audizione alla commissione Affari esteri.

Come si vede, quindi, il Doomsday Clock è molto di più di un orologio. È una metafora, un logo, un brand, uno dei simboli più riconoscibili dell’ultimo secolo: il Bulletin of the Atomic Scientist lo presenta così. Si potrebbe definire un “orologio metaforico” dato che esso non misura un tempo reale, concreto e riscontrabile. Non indica il tempo attuale ma, proiettandosi in avanti, segna il tempo futuro. Che più si va avanti e più diminuisce.

fonte: RaiNews.it

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