A due anni dalla costruzione del Muro di Berlino, che in piena guerra fredda divideva la città tedesca contestata tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia e sovietici, viene data la possibilità in occasione delle festività natalizie a circa quattromila berlinesi occidentali di visitare i parenti residenti nella zona orientale.
Il Muro fu voluto dal regime comunista per impedire alla popolazione dell’est di fuggire in occidente, dato che dal 1949 al 1961 circa 2,5 milioni di persone vi emigrarono. Considerato il simbolo concreto della cosiddetta “cortina di ferro”, che divideva le zone europee occidentali della NATO da quelle filosovietiche del Patto di Varsavia, si estendeva per 155 km ed era alto 3,6 metri.
Durante il periodo di presenza del Muro vi furono circa cinquemila tentativi di fuga verso Berlino Ovest avvenuti con successo, mentre circa duecento non ebbero la stessa sorte e si conclusero con l’uccisione di queste persone da parte delle guardie che presidiavano la struttura. La prima persona a perdere la vita tentando la fuga fu Ida Siekmann, che il 22 agosto 1961 provò a raggiungere Berlino Ovest saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L’ultima vittima fu Winfried Freudenberg, morto l’8 marzo 1989 tentando una fuga con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest.
Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici sullo sfondo del disfacimento dell’Unione Sovietica, il governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania Ovest e a Berlino Ovest sarebbero state permesse. Dopo questo annuncio molti cittadini si arrampicarono sul muro e lo superarono per raggiungere gli abitanti dell’altro lato in un’atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono demolite e portate via dalla folla; in seguito fu usata attrezzatura industriale per abbattere quasi tutto quello che era rimasto. La caduta del Muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca, che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.