RUBARE AI POVERI PER DARE AI RICCHI

evasione fiscale

Nel giro di poco più di un mese l’attuale governo Meloni ha iniziato a smantellare il reddito di cittadinanza (che sarà completamente cancellato dal 2024), ha messo nella manovra di bilancio una serie di piccoli condoni fiscali ed ha mandato in tutti i modi il messaggio di “non disturbare chi vuole fare”, come detto dalla stessa premier, nel senso di allentare quanto più possibile i controlli e la burocrazia nei confronti di imprenditori e partite iva, liberi così di muoversi se necessario anche superando queste regole.

Ma quando mai se agli italiani concedi la possibilità di non rispettare le regole, ed in particolare di non pagare le tasse, questi reinvestiranno i soldi guadagnati (o sarebbe meglio dire “rubati”) nel creare ricchezza? Il massimo che riusciranno a fare, come si è visto negli scorsi decenni, è tendere ad accumularli in capitali privati. Nella crisi del 2008 sono stati proprio questi, i risparmi delle famiglie, a far reggere dall’impatto di recessione e austerity. Non è un mistero quindi che la mentalità dell’italiano sia quella di conservare e non di rischiare, ed al massimo quando dice bene, di togliere i soldi nascosti sotto il materasso per andarli a depositare in banca.

La libertà in assenza di regole è prevaricazione del più forte, e questo vale anche e soprattutto nel libero mercato. L’evasione fiscale è concorrenza sleale, perchè gli imprenditori che hanno pagato regolarmente le tasse si troveranno svantaggiati rispetto a coloro che non lo avranno fatto. Negli Stati Uniti, paese tra i principali cultori al mondo del liberismo economico, il reato di evasione fiscale è annoverato tra i più gravi e viene punito severamente, proprio per il principio di concorrenza alterata che comporta, e quindi fattore di rischio per le stesse regole del mercato.

Oltre a considerare che una minore entrata fiscale comporta un danno per l’erario dello Stato, e per tutto ciò che questo significa in termini di servizi pubblici ai cittadini (a cominciare dalla sanità, la scuola ed il welfare sociale) bisogna considerare quindi che non si tratta neanche di una misura economica virtuosa, perchè come detto comporta soltanto dei danni al mercato stesso.

A questo punto è evidente come l’attuale governo (nonostante l’approccio comunicativo da abitante di casa popolare di periferia che contraddistingue la premier Meloni), è interessato a difendere e promuovere gli interessi dei pochi rispetto ai molti. Molto semplicemente è ciò che la Destra ha sempre fatto nel corso della storia e che si appresta a fare anche in questo governo, con in più l’aggiunta di una stretta sui temi dei diritti e delle conquiste sociali. Mi chiedo soltanto, chi li ha votati era consapevole di questo? Esiste un percettore del reddito di cittadinanza che ha votato il centrodestra e che tra qualche mese si troverà senza alcun tipo di sussidio o una reale possibilità di trovare lavoro? Oppure stiamo assistendo soltanto all’ennesimo governo di cui gli italiani presto si disamoreranno per poi dimenticarsi tutto e rivotarli tra qualche anno?

Filippo Piccini

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