Si concludono positivamente i negoziati tra i negoziatori cinesi ed americani per l’ingresso della Cina nel WTO (World Trade Organization), raggiunti dopo circa quindici anni di trattative in cui il gigante asiatico muta drasticamente fino ad accettare di far parte delle regole internazionali del commercio, fortemente volute anche dal presidente statunitense Bill Clinton che aveva come interlocutore il presidente cinese Jiang Zemin.
Nel maggio del 2000 gli accordi verranno firmati anche con l’Unione Europea. Successivamente, nel dicembre 2001, la Cina chiuderà definitivamente l’epoca di ciò che era diventata durante il maoismo, per aprirne una nuova che avrebbe portato il Paese a diventare la seconda potenza mondiale.
Con l’ingresso della Cina nel WTO, secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, dal 2001 al 2020 le esportazioni cinesi sono aumentate dell’870% e le importazioni del 740%. Il valore commerciale totale è aumentato dell’810%, molto più velocemente dell’aumento del 180% per il commercio globale complessivo. Il contributo medio cinese annuo alla crescita economica globale è ora vicino al 30%.
Il Pil della Cina è cresciuto di otto volte e il volume degli scambi è aumentato di dieci. I consumatori americani hanno ampiamente beneficiato dell’ingresso della Cina nel WTO, perché hanno potuto acquistare beni prodotti in Cina a prezzi bassi. Anche le aziende americane hanno tratto profitto da un maggiore accesso all’enorme mercato cinese. Nel 2017, ad esempio, i consumatori cinesi hanno rappresentato circa il 15% delle vendite di Apple e dal 2001 le esportazioni statunitensi in Cina sono aumentate del 450%.
Gli accordi con gli Stati Uniti e l’UE sono dunque classificabili come “win-win deal” nel quale il WTO cresce, la Cina si integra, si coinvolge di più e si apre con vantaggi per tutti i sistemi produttivi nazionali. È tuttavia vero che la Cina è ancora non completamente assimilabile agli standard internazionali riconosciuti ed attesi per quanto riguarda la cornice legale, la tutela degli investimenti e la protezione dei marchi.