Già prima di assumere la carica di presidente della Repubblica, che dovrebbe avvenire all’inizio di gennaio, il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva aveva ricevuto l’invito a partecipare alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop-27), l’evento più importante dell’anno sui cambiamenti climatici, che si apre domenica 6 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto, e termina il 18.
Mentre ad oggi resta non confermata la partecipazione al panel del presidente uscente Jair Bolsonaro, nella serata di ieri Lula ha invece garantito la sua presenza. Lula è stato invitato dal presidente egiziano stesso: Abdel Fattah al-Sisi ha detto: “Auspico che il Brasile possa svolgere un ruolo positivo e costruttivo” al vertice.
Lula è stato incoraggiato anche a unirsi alla delegazione del governatore del Pará, Helder Barbalho, a nome del Consortium of Governors of the Legal Amazon, e approfitterà dell’evento per rafforzare il suo impegno per l’agenda ambientale nel mondo. Si ipotizza che durante la Cop27 Lula possa anche indicare la deputata federale Sônia Guajajara, eletta nello stato di San Paolo con il partito Socialismo e libertà (Psol), come titolare del nuovo ministero dei Popoli nativi. Se così fosse, si tratterebbe del primo nome svelato da Lula per la nuova squadra di governo. All’appuntamento egiziano invece, il neoeletto presidente avrà l’occasione di incontrare i leader mondiali, tra cui il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
OBIETTIVO ‘DEFORESTAZIONE ZERO’ IN AMAZZONIA
Le politiche ambientali e la conservazione dell’Amazzonia hanno occupato un posto importante nel discorso che, in Avenida Paulista, a San Paolo, Lula ha pronunciato domenica scorsa, una volta confermata la sua vittoria alle urne. In quell’occasione ha affermato che il Brasile “è pronto a riprendere il suo ruolo di primo piano nella lotta alla crisi climatica” e che il prossimo governo “lotterà per la deforestazione zero in Amazzonia“.
Nel suo programma di governo Lula ha infatti assunto l’impegno di lottare contro il disboscamento illegale, assicurando la conservazione di tutti i biomi brasiliani. Il leader si è detto inoltre pronto a realizzare gli obiettivi assunti alla Conferenza di Parigi del 2015 e a garantire la transizione energetica.
Nel programma si afferma che il governo federale intende porsi come protagonista di questa transizione e si impegna ad adottare politiche per incoraggiare la riduzione delle emissioni di gas serra, la sostenibilità delle attività produttive e la riduzione della deforestazione in Amazzonia.
CON BOLSONARO LA DEFORESTAZIONE È AUMENTATA
Quanto a Bolsonaro, in campagna elettorale ha presentato tra i punti del suo programma la proposta di “promuovere la conservazione e l’uso delle risorse naturali” e ha sostenuto che “la tutela dell’ambiente” si può conciliare “con lo sviluppo economico e sociale”. La politica ambientale adottata durante il governo Bolsonaro è stata però criticata sia all’interno che all’esterno del Brasile. Durante il suo mandato, il Paese ha registrato un aumento della deforestazione. Sul punto, il programma di Bolsonaro affermava che “i roghi illegali sono una questione della massima importanza”, tuttavia metteva in dubbio i dati sulla devastazione delle foreste sostenendo che “i risultati possono essere estremamente diversi a seconda del tipo di parametri presi in considerazione, del metodo con cui vengono interpretati, delle statistiche utilizzate e della tecnologia delle immagini scelta”.
fonte: AgenziaDIRE.IT