Nell’ambito della crisi di Suez, a seguito dell’invasione della Striscia di Gaza e della penisola del Sinai avvenuta nei tre giorni precedenti da parte di Israele che avanzava verso l’Egitto, Regno Unito e Francia entrano nel conflitto.
Come previsto dall’accordo segreto, Regno Unito e Francia si offrirono di rioccupare l’area e separare le parti in lotta. Nasser, che aveva nei mesi precedenti nazionalizzato il Canale e intendeva mantenerne il controllo, rifiutò l’offerta, il che diede alle potenze europee un pretesto per una invasione congiunta per provare a riprendere il controllo della strategica scorciatoia marittima e rovesciare il suo regime.
Ad entrare in gioco sono però sono gli Stati Uniti, veri protagonisti e vincitori della crisi di Suez. L’intervento di Eisenhower chiude la crisi del ’56, costringendo al cessate il fuoco, minacciando di vendere le riserve statunitensi della sterlina che avrebbe provocato il crollo della valuta britannica. Gli Stati Uniti, che stavano affrontando anche la crisi ungherese in cui condannavano l’intervento militare sovietico (e si sarebbero trovati in difficoltà nel difendere l’aggressione degli alleati europei), temevano anche un allargamento del conflitto dopo che l’URSS aveva minacciato di intervenire a fianco dell’Egitto lanciando attacchi con «tutti i tipi di moderne armi di distruzione» (è possibile che i sovietici intendessero un attacco nucleare) su Londra e Parigi.
La crisi di Suez del 1956 è unanimemente considerata l’emblema della decolonizzazione. Non solo per la presa di coscienza del cosiddetto Terzo Mondo, che attraverso atti simbolici come quello di Nasser rivendicava i propri diritti e sfidava le potenze europee sul piano militare, ma anche per la fine del controllo francese e soprattutto britannico sulle principali vie di comunicazione dei rispettivi imperi.
Fu un conflitto ricordato dagli storici per varie particolarità: per la prima volta Stati Uniti e Unione Sovietica si accordarono per garantire la pace; per la prima volta il Canada si espresse e agì in contrasto verso il Regno Unito; fu l’ultima invasione militare da parte del Regno Unito senza l’avallo politico degli Stati Uniti, il che segnò, secondo molti, la fine dell’Impero britannico. Allo stesso modo, fu l’ultima invasione militare da parte della Francia e quindi l’ultimo atto dell’impero coloniale francese. Fu infine una delle poche volte in cui gli Stati Uniti furono in disaccordo con le politiche di Israele.