18 ottobre 1952: la “legge truffa”

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Il Consiglio dei Ministri si appresta ad approvare il disegno di legge presentato dal Ministro dell’Interno Scelba con il titolo “Modifiche al testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei Deputati”. Viene così avviato l’iter di quella che verrà ricordata come la “legge truffa” (ribattezzata in questo modo dagli oppositori), ovvero la legge elettorale che attribuiva il 64,5% dei seggi alla coalizione che avrebbe ottenuto il 50,1% dei voti, abolendo di fatto il precedente sistema proporzionale puro, che sarebbe invece rimasto identico qualora nessun partito o alleanza avesse superato il quorum.

Ad alcuni apparve come un tentativo di restaurazione, ad altri un tentativo di ingegneria politica in grado di garantire all’Italia quel governo efficiente e durato fino ad allora impossibile per via della frammentazione dei partiti. Già da quando la legge arrivò in Parlamento nel dicembre 1952 vide un’opposizione durissima in aula, da parte principalmente del PCI, ma anche nelle piazze. Nonostante ciò, grazie anche alla decisione di porre la fiducia sulla votazione, venne approvata prima alla Camera e poi al Senato.

Nel giugno del 1953 si votò con la nuova legge. Nel tentativo di ottenere il premio di maggioranza, alcuni partiti tra cui DC, PSDI, PLI, PRI (più altri partiti minori) effettuarono fra loro l’apparentamento, ma la coalizione mancò l’obiettivo del 50,1% per meno di 54mila preferenze, riuscendo ad arrivare soltanto ad un 49,5% complessivo di voti. De Gasperi avrebbe potuto chiedere il riconteggio delle oltre 900mila schede annullate, ma evitò di farlo, consapevole che a quel punto Togliatti non avrebbe potuto più evitare il ricorso più duro alla piazza, dagli esiti imprevedibili e ad alto rischio per l’intero sistema.

La legge fu abrogata il 31 luglio dell’anno successivo. La sconfitta cadde sulle spalle di De Gasperi, perchè contruibuì ad incoraggiare l’ala sinistra del suo partito nel preparargli il pensionamento anticipato. Il leader della DC, che aveva già problemi di salute, morì comunque l’anno ancora seguente, nel 1954.

La vicenda della “legge truffa” rappresenta per molti aspetti la vera nascita della Repubblica parlamentare italiana, la fine reale del dopoguerra ed il definirsi della Prima Repubblica, che sopravvisse quaranta anni esatti fino al referendum del 1993, che introdusse in Italia un sistema maggioritario e diede il via alla così detta Seconda Repubblica ancora formalmente in essere.

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