La situazione è tale che non possiamo soltanto aspettare il prossimo summit internazionale: la terra brucia oggi, ed è oggi che dobbiamo cambiare, a tutti i livelli”, Papa Francesco parla ad Assisi incontrando i giovani in occasione dell’evento ‘Economy of Francesco’. “Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della terra – sottolinea il Pontefice – e un’economia di pace. Si tratta di trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita, in tutte le sue dimensioni. Ho apprezzato la vostra scelta di modellare questo incontro di Assisi sulla profezia”.
Papa Francesco prima dell’incontro al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli arrivato ad Assisi ha salutato, in piedi, appoggiato ad un bastone, i bambini e i ragazzi, che hanno lavorato all’evento. L’iniziativa voluta dal Pontefice ha messo in moto un processo di dialogo inclusivo e di cambiamento globale verso una nuova economia. Quella di quest’anno è la prima edizione in presenza dopo le altre due segnate dalla pandemia. “Se non avete niente da dire almeno fate chiasso!”, ha detto ai giovani il Pontefice ridendo.
Il Papa chiede che il lavoro torni al centro dell’economia: “Non dimenticatevi del lavoro, non dimenticatevi dei lavoratori”. “Il lavoro è già la sfida del nostro tempo, e sarà ancora di più la sfida di domani. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventano veramente adulti, le diseguaglianze aumentano. A volte si può sopravvivere senza lavoro, ma non si vive bene. Perciò, mentre create beni e servizi, non dimenticatevi di creare lavoro, buon lavoro, lavoro per tutti”, ha detto. In particolare Francesco ricorda: “C’e’ una schiavitù della donna che non può essere madre perché appena cresce la pancia non la fanno lavorare” o ‘la cacciano dal lavoro”.
Papa Francesco parla poi della sostenibilità che non ha a che fare solo con l’ambiente ma anche con “le relazioni delle persone” che “si stanno impoverendo. Soprattutto in Occidente, le comunità diventano sempre più fragili e frammentate. La famiglia, in alcune regioni del mondo, soffre una grave crisi, e con essa l’accoglienza e la custodia della vita. Il consumismo attuale cerca di riempire il vuoto dei rapporti umani con merci sempre più sofisticate – le solitudini sono un grande affare nel nostro tempo! – ma così si genera una carestia di felicità”.
A proposito del ruolo dei giovani e del futuro ha sottolineato l’importanza dell’impegno comune: “Quando un giovane vede in un altro giovane la sua stessa chiamata, e poi questa esperienza si ripete con centinaia, migliaia di altri giovani, allora diventano possibili cose grandi, persino sperare di cambiare un sistema enorme e complesso come l’economia mondiale. Voi giovani, con l’aiuto di Dio, lo sapete fare, lo potete fare; i giovani l’hanno fatto altre volte nel corso della storia”, ha detto ancora. Il Papa ha anche sottolineato che “quando alla comunità civile e alle imprese mancano le capacità dei giovani è tutta la società che appassisce, si spegne la vita di tutti. Manca creatività, manca ottimismo, manca entusiasmo. Una società e un’economia senza giovani sono tristi, pessimiste, ciniche. Ma grazie a Dio voi ci siete: non solo ci sarete domani, ma ci siete oggi; voi non siete soltanto il ‘non ancora’, siete anche il ‘già’, siete il presente”.
Il Papa all’arrivo è stato accolto da tre ragazzi, in rappresentanza dei mille provenienti da 120 Paesi, che hanno partecipato all’evento. Poi ha raggiunto il Teatro Lyrick per seguire un momento artistico-teatrale e la testimonianza di otto giovani, prima del suo discorso. A seguire la lettura e la firma del ‘Patto’ con i giovani, con una serie di impegni per un mondo ed una economia a misura di persona e di ambiente. Un patto in cui i giovani economisti, imprenditori, changemakers, di ogni parte del mondo si impegnano, si legge, affinché “l’economia di oggi e di domani diventi una Economia del Vangelo. Quindi: un’economia di pace e non di guerra,un’economia che contrasta la proliferazione delle armi, specie le più distruttive, un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda, un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo,bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili, un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza, un’ economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari”.
Una visita breve ma molto intesa, quella del Pontefice; al termine dell’incontro nella città umbra, organizzato dalla diocesi di Assisi, Istituto Serafico ed Economia di comunione, il rientro in Vaticano.
fonte: RaiNews.it