Questo è il mio ultimo mercoledì nella rubrica di cinema Visioni Riflesse… sono stati davvero molti i film di cui vi ho parlato (talvolta anche con frasi al vetriolo!) e per chiudere col botto vorrei quindi lasciarvi svelandovi i sogni di celluloide che più mi hanno segnata e ai quali sono legata profondamente.
Tra i film che occupano un posto speciale nel mio cuore c’è L’attimo fuggente (Dead Poets Society) del 1989 diretto da Peter Weir. Nonostante in molti lo considerino un film stucchevole e compiacente, io resto dell’idea che sia un grande film. Robin Williams resterà per sempre impresso nella nostra memoria come il Capitano che tutti avremmo voluto al timone durante la tempesta scatenata dall’adolescenza. “Carpe Diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”… una frase apparentemente semplice, quasi banale, ma in realtà colma di forza. Afferrare l’attimo, afferrare il proprio destino, capire in tempo chi siamo e cosa vogliamo dura il tempo di un respiro… passato il momento siamo già fiori appassiti.
L’American Film Institute inserisce il prossimo film nella lista dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi… e io non posso che essere assolutamente d’accordo! Le ali della libertà (The Shawshank Redemption) è un film del 1994 scritto e diretto da Frank Darabont ispirato a una novella di Stephen King e con protagonisti Tim Robbins e Morgan Freeman. Tra le mura di un carcere spietato si creano legami profondi, si consumano orrori e si coltivano le speranze… ma si può anche essere inghiottiti dalle grigie pareti di pietra e finire col chiamarle casa. Le ali della libertà è un film sulla grande potenza della perseveranza, sulla forza che si annida nell’anima… una forza capace di resistere al tempo e pronta, al momento giusto, a spiccare il volo.
Se pensate che Qualcuno volò sul nido del cuculo sia un film che tutto sommato potete anche non guardare… sappiate che ve ne pentirete amaramente. Diretto da Milos Forman, 1975, il film è tratto dal romanzo di Ken Kesey. Jack Nicholson e tutto il cast consegnano al pubblico una prova attoriale da brividi. Il film è qualcosa di indimenticabile, terribile e straziante… come assistere alla cattura di un uccello che nella gabbia crede ancora di potersi guadagnare la libertà, ma al quale finiscono per strappare le ali e spegnere il canto.
Tra le fiabe nere che più ho amato spiccano luccicanti le lame di Edward mani di forbice (Edward Scissorhands), film diretto da Tim Burton nel 1990. Una favola senza tempo, delicata e triste che racconta in punta di piedi il dramma della diversità. Johnny Depp e Winona Ryder danno vita a una storia d’amore impossibile e toccante sullo sfondo dalle tinte pastello di un’America ottusa e votata all’immagine e al consumismo. Edward è una creatura innocente, disperatamente sola, confusa proprio come un bambino rimasto orfano in un mondo che lo usa, consuma e rifiuta.
Potrei continuare parlandovi di tantissimi altri film che ho amato e che amo ancora adesso… film che continuano a essere parte di me. Ogni storia ha qualcosa da raccontare, a noi il compito di sapere ascoltare.
E ora nero… The End.
Serena Aronica