5 luglio 2003: l’OMS dichiara contenuta l’epidemia di SARS-Cov-1

carlo urbani sars-cov-1

L’epidemia di SARS-Cov-1, il coronavirus da sindrome respiratoria acuta grave, viene dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità contenuta, essendo passati venti giorni dall’ultimo caso verificatosi a Taiwan, l’ultimo Paese ad essere stato dichiarato fuori pericolo. «La trasmissione umana del virus di SARS nel mondo è stata interrotta» si afferma nel comunicato dell’OMS, in cui tuttavia si raccomanda di non abbassare la guardia.

Il primo caso accertato di infezione da SARS fu quello nel novembre 2002 in un allevatore del Guandong in Cina che, dopo aver accusato i sintomi, morì pochi giorni dopo senza ricevere una diagnosi completa. Passò così del tempo prima che il governo di Pechino decidesse di informare l’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla situazione.

Soltanto nei primi giorni del marzo successivo l’OMS comunica ufficialmente l’identificazione di focolai di una gravissima forma di polmonite atipica in Vietnam, Hong Kong e nella provincia del Guangdong, e la conseguente messa in campo di azioni di contenimento a fronte dell’elevato rischio di contagio agli operatori sanitari.

Al 3 aprile, sempre secondo l’OMS, i casi segnalati in Vietnam, Hong Kong, Tailandia, Singapore, Canada e Germania salgono a 150, con almeno 8 morti. In quel momento l’agente patogeno è ancora sconosciuto. In una settimana i casi salgono a 2722 e i morti a 106 e al 16 aprile arrivano a 3293 casi e 159 decessi.

In Italia, in quello stesso periodo, diverse Regioni si muovono per dare indicazioni alle realtà locali sulla prevenzione della malattia. Il 14 maggio il Ministro della sanità Sirchia presenta alle Regioni il piano italiano proposto dalla task force di esperti per il controllo della SARS.

Mentre l’epidemia continua la sua marcia, specie nell’Asia orientale, l’OMS pubblica un rendiconto per i viaggiatori contenente i Paesi in cui questi possono recarsi tranquillamente e quelli in cui è meglio rimandare i viaggi, almeno quelli non essenziali.

La situazione comincia a migliorare nella seconda metà di giugno, e l’epidemia di Sars si concluse di lì a poco in meno di dieci mesi complessivi, facendo circa 8.000 contagi in una trentina di Paesi e causando circa 800 morti principalmente in Oriente.

Tra le vittime del virus va ricordato Carlo Urbani, medico italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, morto il 29 marzo 2003 a 46 anni proprio a causa della SARS. Urbani fu il primo ad identificare il primo focolaio, riuscendo così a mettere in allarme il sistema di sorveglianza globale, permettendo l’identificazione di molti nuovi casi ed il loro isolamento prima che il personale sanitario ospedaliero venisse contagiato.

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