28 giugno 1914: viene assassinato l’arciduca d’Austria

arciduca d'austria

L’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando d’Asburgo viene assassinato a Sarajevo insieme a sua moglie Sofia. I due vengono colpiti, dopo il lancio di una bomba, da due colpi di pistola esplosi dall’attentatore Gavrilo Princip, un giovane nazionalista bosniaco che mirava all’autonomia della Bosnia dal giogo austriaco per diventare parte integrante del Regno di Serbia.

Tale atto è convenzionalmente ritenuto come il casus belli a seguito del quale il governo imperiale di Vienna diede formalmente inizio alla Prima guerra mondiale.

L’Austria-Ungheria prese quasi subito la decisione di reagire all’assassinio di Francesco Ferdinando con l’invasione della Serbia, non perché ai suoi capi importasse più di tanto dell’arciduca, ma perché il gesto rappresentava la migliore giustificazione possibile per fare i conti con un vicino scomodo. Vienna si convinse che un’azione militare fosse l’unico modo per risolvere le proprie difficoltà non solo con il paese balcanico, ma anche con tutte le minoranze ostili.

Appena un mese dopo l’uccisione della coppia, il 28 luglio l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, dando il via ad un conflitto senza precedenti nella storia.

A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e le rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Impero tedesco, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall’altra gli Alleati, rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo (fino al 1917), Impero giapponese e Regno d’Italia (dal 1915).

La Prima guerra mondiale avrebbe infatti richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 7 milioni di civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra, ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie.

Condividi:

Log in with your credentials

Forgot your details?