Lavoro, diritti, uguaglianza. Ma anche pace, parità, salari giusti. Sono le parole d’ordine di oggi e di sempre della Festa del Primo Maggio, festa in cui si celebrano e si ricordano fin dal 1882 i diritti e le conquiste dei lavoratori di ogni parte del mondo. Quest’anno la manifestazione nazionale organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, in Piazza San Francesco ad Assisi, ha un titolo che richiama la tragedia della guerra in Ucraina: “Al lavoro per la pace”, questo lo slogan dei sindacati confederali. “Siamo contrari alla guerra, vogliamo lanciare un messaggio per fermare questa guerra assurda voluta da Putin che sta facendo pagare un prezzo pesantissimo alle persone”.
Così se da un lato il primo appello è a “fermare questa guerra assurda voluta da Putin” impedendo “che diventi una guerra mondiale”, come dice il segretario della Cgil Maurizio Landini, dall’altro il lavoro tiene ovviamente banco con una serie di appunti al governo e la richiesta di “fare”, non solo per sostenere i redditi, ma anche per garantire un lavoro “dignitoso, di qualità e contrattualizzato”, come chiede il leader della Cisl Luigi Sbarra. Senza dimenticare gli incidenti sul lavoro, con l’ultimo, proprio in queste ore , che ha coinvolto 3 operai a Parma. Il messaggio di questo Primo maggio è innanzitutto che bisogna fermare questa guerra assurda voluta da Putin e impedire che diventi una guerra mondiale”, ha detto Landini sottolineando che sul piano dell’occupazione “bisogna affermare la centralità del lavoro e dei diritti e una politica che superi la precarietà”. Fino a questo momento, dopo l’incontro di inizio aprile, “non c’è stato un grande dialogo con il governo. Risposte finora non ne abbiamo avute”. Stesso focus di Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil: “Abbiamo incontrato il presidente Draghi che si era detto disponibile ad un confronto strutturato, domani però se il Consiglio dei ministri approva il provvedimento da 6 miliardi per famiglie, lavoratori e imprese e il governo non si confronta con le parti sociali allora probabilmente deve andare a fare un po’ di ripetizioni sul metodo del dialogo sociale”.
La pace, rimarca Sbarra, “è un obiettivo imprescindibile” e ha aggiunto che “bisogna dare pieno ruolo a negoziati che rispettino la dignità di una comunità aggredita”. Sui temi sindacali, il leader del sindacato ha chiesto “centralità” per il lavoro “dignitoso, di qualità, contrattualizzato”. Nonché sicuro: “Sono oltre 1.300 le vittime ogni anno nelle nostre fabbriche, nei campi, sui cantieri. Non abbiamo più sangue da dare”. Una “lunga scia di sangue” che va fermata e quindi la richiesta al governo “di mettere in cima alle priorità un grande piano che azzeri questa conta vergognosa”, ha aggiunto Sbarra.
Per Bombardieri, invece, le morti sul lavoro sono un “dramma” che continua: “Serve più formazione, prevenzione e un intervento a partire dalle scuole. Bisogna che il governo abbia il coraggio di dire che le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare ai bandi pubblici e che le associazioni datoriali siano in grado di affermare che le aziende associate che violano le norme vanno fuori”. Questa la proposta del segretario generale della Uil, che ritiene anche “necessario istituire una procura unica per i temi della sicurezza”.
I dati
Sul fronte del lavoro numeri ancora preoccupanti. La fascia 30-34 anni vede quasi 1 lavoratore su 8 (11,9%) assolutamente povero nonostante lavori, e un altro 17,6% con un reddito comunque da lavoratore povero. E’ la fotografia scattata dall’Area Lavoro ACLI in collaborazione con l’IREF, l’istituto di ricerca delle ACLI, su circa 1 milione di dichiarazione dei redditi del 2020 presentate al CAF ACLI. Se si guarda ai 35-39enni, alla soglia dei quarant’anni, la situazione non cambia di molto: il 26,3%, oltre 1 su 4, sono lavoratrici o lavoratori poveri un miglioramento di soli 3 punti percentuali che sembra dire che per molti di loro il tempo e l’esperienza non li farà uscire dalla povertà, che nella povertà si resta parcheggiati, che la carriera resta piatta. Basse retribuzioni, part-time forzati, contrattini di pochi mesi, a volte settimane o giorni: condizioni oramai comuni da Domodossola a Ragusa, ma che scavano divari importanti. A pagare di più, sono giovani, donne e Sud come ha capito anche il Pnrr che qui investe e scommette. Al Sud i lavoratori poveri sono il 20% contro il 9% del Centro-Nord e il 13% nazionale. Il divario di retribuzione è del 75%: al Sud si prende un quarto in meno, di media, che altrove.
Il lavoro sinonimo di indipendenza
“In questo primo maggio ha un valore particolare ricordare quanto il lavoro sia per gli individui sinonimo di dignità, indipendenza, sicurezza. Oggi che cominciamo a sperimentare l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, pensiamo a quanto l’emergenza sanitaria ci sia costata anche da questo punto di vista”. Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. “Il Covid ha cancellato 1,2 milioni di posti di lavoro e solo adesso, lentamente, iniziamo a recuperare; e riponiamo grande fiducia nei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha tra i suoi obiettivi quello di riformare le politiche attive del lavoro e di incrementare l’occupazione dei soggetti più vulnerabili, come donne e giovani”. E poi un pensiero alle donne: “Proprio alle donne va oggi un mio particolare pensiero: tra esse si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro, che sono in aumento così come gli infortuni. E penso anche alla parità salariale, ancora da conquistare, benché la Costituzione riconosca alle donne gli stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano agli uomini. Nel rivolgere il mio augurio di buona festa, auspico una sinergia sempre maggiore tra istituzioni, imprese e mondo formativo per rendere l’Italia un Paese più efficiente, innovativo e sostenibile nella piena tutela dei diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”. Per Il Presidente della Camera Roberto Fico le istituzioni e la politica devono fare la loro parte.” Occorrono un impegno incessante, capacità di visione, attenzione e pragmatismo per accrescere l’occupazione, aumentarne la qualità e tutelare i diritti dei lavoratori”.
fonte: RaiNews.it