LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO

peace jorit

Sono passati più di due mesi da quando, nonostante le previsioni sbagliate della maggior parte degli analisti geopolitici di mezzo mondo, Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, ponendo fine ad equilibri mondiali consolidati da oltre trenta anni. Dalla globalizzazione, all’ONU, la politica del disarmo e quella dell’indipendenza energetica: tutto è drasticamente cambiato nel giro di neanche una stagione ed è destinato a riassestarsi in nuovi equilibri.

In queste ultime settimane abbiamo vissuto e stiamo vivendo costantemente con immagini di guerra proposte a tutte le ore del giorno da mass media e social network, con video che mostrano carri armati che saltano in aria, palazzi residenziali sventrati da missili, civili inermi riversi a terra. Spesso, queste immagini ci fanno parteggiare. Mi chiedo, come stiamo diventando, e come diventeremo convivendo con queste scene atroci? La scritta “attenzione immagini non adatte ad un pubblico sensibile” sarà ancora utilizzata oppure ci abitueremo talmente tanto a certi contenuti che nessuno sarà più considerato impressionabile? La generazione che sta crescendo in questo contesto, sarà ricordata come la generazione dei nostri nonni dura e refrattaria perché “hanno fatto la guerra”?

Come se non bastasse poi, questi tempi surreali ci stanno regalando anche una nuova categoria di personaggi, ovvero coloro che sperano che la propria parte di mondo fallisca, proprio quella nella quale vivono, giustificando e schierandosi in nome di “tutte le volte in cui l’Occidente si è comportato male”. È come se durante una partita di calcio si iniziasse a ricordare tutte le volte che alla propria squadra non è stato fischiato un fallo commesso o è stato assegnato un rigore inesistente, per giustificare il motivo per cui la squadra avversarsia sta attaccando e cercando di farci goal.

Sì perché che piaccia o meno, occorre schierarsi, perché lo scontro è tra due visioni del mondo, quella tra l’Oriente (rappresentato da Russia, Cina e tutti regimi autoritari che li appoggiano) e l’Occidente (Stati Uniti, UE ed altri paesi alleati). Bisogna scegliere da che parte stare.

Mi chiedo, è possibile difendere e non schierarsi contro un dittatore? Assecondare un regime nel quale i giornalisti che lo criticano vengono sistematicamente messi a tacere con avvelenamenti e finti suicidi? Un Paese in cui le minoranze, come quella LGBT, ad esempio, vengono sistematicamente perseguitate e ridotte ai margini? Un regime in cui non è possibile neanche definire “guerra” l’attuale situazione in Ucraina. Mi chiedo, è veramente possibile sostenere o anche soltanto giustificare una simile realtà?

“La bellezza salverà il mondo” sosteneva il poeta russo Fedor Dostoevskij, intendendo non l’armonioso riflesso esteriore che tutti immaginiamo, ma il nome che si dà all’inequivocabile manifestarsi del bene. Ovvero all’insieme delle qualità che hanno a che fare con i tratti dell’irremovibilità con cui la bontà custodisce la propria perseverante giustizia, a costo anche di perdere la perfezione della forma. Nella situazione attuale, si tratta soltanto di riscoprire i valori per i quali vale veramente la pena di lottare per vivere, seppur con tutte le imperfezioni e le incorenze del caso, così come ci sta insegnando il popolo ucraino.

Filippo Piccini

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