Il nuovo film di Gabriele Mainetti, già regista di successo con Lo chiamavano Jeeg Robot, è stato presentato in concorso alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, ha ottenuto ben 16 candidature ai David di Donatello 2022 (la serata di premiazione è il prossimo 3 maggio a Cinecittà), tra cui la nomination come miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Franz Rogowski) e miglior attrice protagonista (Aurora Giovinazzo).
Mainetti cortocircuita romanzisticamente i fatti reali (l’occupazione di Roma successiva all’8 settembre 1943) con gli avvenimenti immaginari (l’arrivo del Circo Mezzapiotta) ed immagina un pianista pazzo e nazista, più nazista degli altri, che ostinato a vincere la guerra in quanto ha già visto il futuro in cui il Fuhrer muore, cerca di ingaggiare persone fuori dal comune con dei superpoteri ai quali dare il giusto indirizzo per realizzare il suo scopo.
Alla caricatura distruttiva del nazismo trionfante, Mainetti oppone ancora una volta una figura eroica, rappresentata qui da quattro eroi popolari, poveri diavoli e nobili attori che maneggiano il grottesco con disinvoltura. Viene riconfermato Claudio Santamaria, riconoscibile dietro al pelo mannaro del forzuto uomo-lupo, assolda Pietro Castellitto, dalla naturale affinità con gli insetti e in ‘contropiede’ costante, Giancarlo Martini, clown incipriato e ‘dotato’ di magnetismo, e Aurora Giovinazzo, orfana ‘luminosa’ che ben interpreta gli elementi del film storico simboleggiandone anche il finale ‘atomico’.
Il film di Mainetti non ha nulla da invidiare ai kolossal hollywoodiani, essendo un’opera competitiva e pienamente al passo con i tempi, guarda oltreoceano nè con sterile ingenuità, nè con seriosa autorialità, ma attraverso una fiera consapevolezza della propria storia e dell’amore per il proprio cinema, dopo anni in cui abbiamo assistito a livello di produzione nazionale a pedantesche riproposizioni di commediole demenziali e drammoni borghesi.
“Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune” recitava il poeta Sandro Penna, cresciuto sotto il giogo del regime fascista. Adesso più che mai con una nuova guerra in Europa che ci coinvolge tutti e che ci riporta tristemente indietro proprio agli anni in cui Freaks Out è ambientato, questa avventura di 2 ore e 20 minuti (in esclusiva su Amazon Prime) va assolutamente vissuta tutta d’un fiato e senza alcun pregiudizio.