Cosmonauta // Susanna Nicchiarelli

cosmonauta film poster

L’esordio della regista Susanna Nicchiarelli si concretizza in questo lungometraggio rivelatosi una delle commedie nazionali più intelligenti e originali del 2009. Presentato nella sezione Controcampo Italiano della 66 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, vinse e fece molto parlare di sè. L’anno successivo fu anche premiato con un David di Donatello come miglior film d’esordio. La sceneggiatura porta la firma non solo di Susanna Nicchiarelli, ma anche della scrittrice Teresa Ciabatti, finalista al Premio Strega nel 2017 con La più amata.

La storia è ambientata tra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’60, in piena Guerra Fredda, tra corsa al nucleare e corsa alla conquista dello spazio. Luciana ha nove anni e abbandona la chiesa durante la cerimonia della prima comunione, perchè è comunista. La motivazione di questa scelta: il padre lo era e perché il fratello, che soffre di epilessia, è un appassionato cultore delle imprese spaziali sovietiche. La cagnetta Laika è stata inviata in orbita sopra la Terra e Gagarin, primo cosmonauta della storia, la seguirà battendo sul tempo gli odiati americani.

Intanto Luciana è cresciuta (siamo nel 1963) e deve vedersela con la madre (Claudia Pandolfi) che nel frattempo si è risposata con un patrigno detestato (Sergio Rubini), ma che deve sempre badare al fratello il cui handicap si fa sempre più ingombrante. Nella sezione del Partito si svolge l’altra parte della vita, ma anche qui vigono regole che la ragazza sente strette così come quelle di casa. Cercherà, a modo suo, di trovare una sua orbita in quello spazio profondo che è l’adolescenza.

Fino a pochi mesi fa un film che rievocava un periodo storico come quello della Guerra Fredda sarebbe stato considerato un film nostalgico, o per meglio dire malinconico, così come la stessa regista lo definì al suo esordio. Ma in questi tempi in cui sembra essere ripiombati esattamente in quegli anni per livello di tensione internazionale, rivedere l’Italia della seconda metà del novecento in cui ci si schierava per motivazioni ideologiche a favore dei nemici del proprio stesso Paese, fa riflettere e guardare con occhi diversi coloro che oggi assumono lo stesso atteggiamento seppur privi di un’ideologia.

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