15 marzo 1938: Hitler parla agli austriaci dopo l’Anschluss

hitler discorso vienna

Adolf Hitler, dopo aver concluso l’annessione dell’Austria alla Germania avvenuta tre giorni prima, parla per la prima volta alla folla austriaca radunata in Piazza degli Eroi a Vienna. Con il termine tedesco Anschluss ci si riferisce, in senso strettamente politico, all’annessione avvenuta in queste date con l’obiettivo di formare la “Grande Germania”, vietato esplicitamente dall’articolo 80 del trattato di Versailles del 1919 a seguito della sconfitta tedesca nella Prima Guerra Mondiale.

Negli anni precedenti, proprio per scongiurare l’unione con la Germania nazista, il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss nel 1933 mise fine al parlamentarismo e instaurò un governo autoritario di matrice fascista (ma non nazista) simile a quello italiano. Dopo la rimilitarizzazione tedesca della Renania nel marzo 1936, Von Schuschnigg cominciò a preoccuparsi per la sempre maggior invadenza della Germania e scese a patti con Hitler al punto che il 12 febbraio 1938 il cancelliere austriaco fu costretto ad inserire tre filonazisti nel proprio governo e dovette revocare la ricostituzione del Partito Nazita Austriaco.

Il 20 febbraio successivo Hitler dichiarava alla radio che i popoli di lingua tedesca non potevano rimanere a lungo separati dal popolo tedesco della Germania (il riferimento ad Austria ed a parte della Cecoslovacchia era evidente). Quattro giorni dopo Von Schuschnigg dichiarò che non avrebbe concesso altro alla Germania e che l’Austria sarebbe rimasta un paese libero e indipendente. A tale discorso fecero eco violente manifestazioni di filonazisti austriaci in tutto il paese.

Von Schuschnigg si rivolse allora agli operai e ai simpatizzanti del partito socialdemocratico. L’appello non rimase inascoltato, e il cancelliere tentò quindi ai primi di marzo una carta disperata: indire un plebiscito nel quale il popolo austriaco si esprimesse sull’intendimento che l’Austria dovesse rimanere un paese libero e indipendente oppure no, il che fece infuriare Hitler. Il plebiscito, che fu annunciato il mercoledì 9 marzo, avrebbe dovuto svolgersi la domenica 13 marzo. Ma intanto Hitler era deciso a occupare il paese ed avanzò ulteriori pretese: chiese, pena nuovamente l’occupazione tedesca dell’Austria, le dimissioni di Von Schuschnigg e la nomina a cancelliere di uno dei ministri filonazisti Seyss-Inquart. Von Schuschnigg si dimise per evitare spargimenti di sangue.

Subito dopo essere stato nominato Cancelliere, Seyss-Inquart chiese alla Germania di intervenire militarmente in Austria per porre fine ai disordini nel Paese. Venerdì 11 marzo 1938 l’esercito tedesco invase l’Austria e per ordine di Seyss-Inquart l’esercito austriaco non oppose resistenza. Lo stesso giorno la Germania proclamò l’annessione dell’Austria alla Germania.

Hitler, per dare una parvenza di legalità all’Anschluss, indisse in Germania e fece indire a Seyss-Inquart in Austria un plebiscito per il 10 aprile 1938, con il quale il popolo austriaco e il popolo tedesco avrebbero dovuto decidere se accettare o meno l’unione dell’Austria alla Germania. La sera del 10 aprile furono resi noti i risultati del plebiscito. Secondo i dati ufficiali in Austria il “sì” vinse con il 99,73% dei voti, mentre il “no” ottenne solo lo 0,27%. Il “sì” vinse anche in Germania con il 99,08% dei voti, mentre il “no” solo lo 0,91 %. L’affluenza al voto fu altissima: del 99,71% in Austria e del 99,60% in Germania.

A partire da questo momento, l’Austria cessò ufficialmente di esistere e fu annessa alla Germania, di cui divenne una provincia che prese il nome non ufficiale di Ostmark. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo la sconfitta nazista, l’Austria venne occupata dagli Alleati fino al 1955, quando lo Stato divenne nuovamente indipendente, a condizione che rimanesse neutrale. Nonostante ciò, dopo il collasso del comunismo, in Europa Orientale, l’Austria venne sempre più coinvolta nelle questioni europee: nel 1995 entrò a far parte dell’Unione europea e nel 1999 della zona dell’Euro. Non è mai entrata nella NATO, con cui ha soltanto un partenariato, e non è tra i Paesi candidati per entrarci in quanto espressamente vietatogli.

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