Nell’atollo di Bikini, nel Pacifico, viene fatto esplodere il primo ordigno termonucleare ad idrogeno trasportabile nella stiva di un aereo o nella testata di un missile intercontinentale. Effettuato dagli Stati Uniti, il test ha nome in codice Castle Bravo e raggiunge una potenza di circa mille volte superiore alla potenza delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. L’esplosione eccedette addirittura di quasi tre volte la potenza prevista, a causa delle proprietà all’epoca sconosciute del litio-7, ampiamente presente nell’ordigno.
Il “fungo atomico” prodotto da Bravo raggiunse un’altezza di quasi 15 km ed un diametro di circa 12 km nel giro di neanche un minuto; dopo dieci minuti, l’altezza arrivò a 40 km e il diametro a 100 km. Il fallout radioattivo, amplificato dal fatto che Bravo fu fatto esplodere praticamente al suolo, a causa di venti sfavorevoli raggiunse i vicini atolli di Rongrik e Rongelap e anche un peschereccio giapponese, il Daigo Fukuryu Maru, che si trovava fuori dalla zona considerata pericolosa. Gli abitanti degli atolli non furono evacuati anzitempo, come per i test precedenti, e tutti e 67.000 raggiunti dal fallout radioattivo ne subirono le conseguenze. Tracce di radioattività causate dal test Bravo furono rilevate in Australia, India, Giappone e parte degli USA occidentali e dell’Europa.
Castle Bravo fu la quinta esplosione nucleare per potenza della storia. Essa infatti fu superata dalla cosiddetta “Bomba Zar” (50 Megatoni), esplosa il 30 ottobre 1961, dal Test 219 (un ordigno dalla potenza stimata in 24.2 Megatoni) esploso nel 1962, e da due ulteriori test tenutisi il medesimo anno, la cui potenza è stimata uguale o poco superiore ai 20 Megatoni, tutti detonati dall’Unione Sovietica sull’isola Novaja Zemlja (Mar Glaciale Artico).
Il primo test nucleare della storia è stato il Trinity, avvenuto nel poligono di Alamogordo nel deserto di Jornada del Muerto nel Nuovo Messico, USA, il 16 luglio 1945 alle ore 5:29:45 p.m. nell’ambito del Progetto Manhattan. Dopo le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, mano a mano che nuovi Stati si aggiungevano a quello che sarebbe poi stato chiamato il “club nucleare” e la guerra fredda spingeva verso l’alto il numero delle armi nucleari in un’escalation dominata da USA e URSS, le esplosioni atomiche o nucleari di test si sono moltiplicate.
All’inizio le esplosioni venivano condotte con poco riguardo per l’ambiente a causa di una non perfetta conoscenza degli effetti a lungo termine delle radiazioni nucleari. In questa fase i test nucleari venivano condotti principalmente sul terreno aperto o nell’atmosfera, per verificare la dinamica delle esplosioni nucleari ed i loro effetti su cose e persone, progettare nuove armi nucleari e studiare il successivo fallout radioattivo, che è molto maggiore se l’esplosione nucleare avviene al suolo o sulla superficie del mare.
Secondo l’americana Arms Control Association, ente non governativo indipendente per il controllo ed il contrasto alla diffusione degli armamenti, dal 16 luglio del 1945 al febbraio 2019 sono stati effettuati in totale 2.056 test nucleari (non considerando le due bombe sganciate durante la seconda guerra mondiale), dei quali 528 atmosferici e 1.528 sotterranei.