La Germania oggi spegne tre delle sue sei centrali nucleari ancora operative e le restanti saranno chiuse entro la fine del 2022, data decisa dalla ex cancelliera, Angela Merkel, sulla scia del disastro accaduto in Giappone, a Fukushima, nel 2011.
Le compagnie nucleari tedesche, per la chiusura anticipata degli impianti, che rappresentano la metà della produzione di energia da nucleare del Paese, riceveranno quasi 3 miliardi di dollari e spengono ben quattro Gigawatt: l’equivalente della produzione di 1.000 turbine eoliche.
Gli impianti spenti oggi sono quelli di Brokdorf, vicino ad Amburgo; quello di Grohnde, vicino ad Hannover; e quello di Gundremmingen, vicino a Monaco. I restanti sono nella Bassa Sassonia, nella Baviera e nel distretto di Stoccarda.
La decisione di rinunciare all’energia atomica per passare dai combustibili fossili alle energie rinnovabili era stata presa nel 2002, dal Governo socialdemocratico dell’allora cancelliere Gerhard Schroeder e i tre reattori chiusi erano stati attivati nella metà degli anni ’80.
Resta da decidere dove verranno stoccate decine di migliaia di tonnellate di scorie nucleari che, avvisano gli esperti, potrebbero rimanere radioattive per 35mila generazioni e, al momento, Sono al vaglio 90 zone potenzialmente idonee.
Per salvaguardare alcuni posti di lavoro, la società di servizi pubblici RWE ha ufficialmente dichiarato che più di due terzi dei 600 lavoratori della centrale nucleare di Gundremmingen saranno impiegati nelle operazioni post-chiusure fino al 2030, ma parte dei dipendenti, inevitabilmente, perderà il lavoro.
fonte: RaiNews.it