14 dicembre 1974: l’arresto di Ugo Ricci nell’ambito del Golpe Borghese

processo borghese

Viene arrestato a Padova il generale Ugo Ricci, accusato di cospirazione politica contro lo Stato italiano, su disposizione del giudice istruttore Giovanni Tamburrino, perchè coinvolto nell’attività eversiva della cellula neofascista veneta denominata “Rosa dei Venti” che partecipò alla realizzazione del così detto Golpe Borghese nel dicembre 1970.

Nato a Nocera Inferiore il 20 luglio 1922, il generale Ugo Ricci aveva compiuto nell’esercito una carriera fulminante, che lo portò, tra numerose ottime note di merito e giudizi superlativi delle sue capacità, a diventare generale di brigata a soli cinquant’anni.

Insieme a lui saranno in totale settantotto le persone che verranno chiamate in giudizio dalla procura di Roma l’anno successivo, nel novembre del 1975. Tra di loro ufficiali dell’Esercito, dei servizi segreti (Sid), appartenenti ad Avanguardia Nazionale e anche il parlamentare del Movimento Sociale Italiano Sandro Saccucci, per il quale la Camera concederà l’autorizzzazione a procedere, ma non quella per l’arresto.

Tutti saranno chiamati a rispondere di reati che vanno dalla cospirazione all’insurrezione armata, passando per il favoreggiamento, la complicità e l’adesione al tentativo di sovvertimento armato organizzato. Il Golpe Borghese fu infatti il colpo di stato intentato nel dicembre del 1970, da un gruppo di militari alla cui guida ci sarebbe stato l’ex ufficiale in capo della X MAS Junio Valerio Borghese e fondatore del Fronte Nazionale.

Secondo la ricostruzione, nella notte del 7 dicembre 1970, si sarebbe svolta in una palestra di via Eleniana a Roma un’adunata di circa duecento persone, tutti appartenenti ai movimenti della destra extraparlamentare. I convenuti avrebbero ricevuto direttive in merito a “ordini imminenti” e a camion in arrivo carichi di armamenti da guerra.

In relazione all’operazione, gli obiettivi individuati per quel 7 dicembre erano: l’occupazione del Viminale, condotta dagli avanguardisti di Stefano Delle Chiaie, la marcia della Guardia Forestale diretta ad occupare la RAI di viale Mazzini, e il rapimento del capo della Polizia Vicari.

Il golpe fu annullato dallo stesso Borghese mentre era in corso di esecuzione, per motivi mai chiariti. Per evitare l’arresto, Borghese si rifugiò in Spagna dove rimase fino alla morte, avvenuta a Cadice il 26 agosto 1974 senza mai più rientrare in Italia, benché l’ordine di cattura spiccato nei suoi confronti dalla magistratura italiana fosse stato revocato nel 1973.

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