Trovarsi a parlare dopo quasi due anni dello stesso argomento, la pandemia, con lo stesso spirito con cui lo si affrontava esattamente quando è iniziata, fa riflettere sullo stato della situazione attuale. In questo momento infatti, già con le attuali varianti che stiamo ancora cercando di smaltire, molti paesi europei si trovano in lockdown e la crescita dei loro contagi non accenna a diminuire. Germania, Austria, Olanda, Belgio sono tra coloro che hanno adottato le restrizioni maggiori, nonostante una media di più del 70% della propria popolazione sia vaccinata. Irlanda e Portogallo, con una percentuale di immunizzati record, stanno prendendo la stessa strada. Altri addirittura, come la Romania, sono andati allo step successivo mettendo a capo del governo un militare perchè dopo l’ultima ondata rischiano la tenuta sociale del paese.
Proprio mentre succede tutto questo, è arrivata la notizia della nuova variante Omicron, che sembra essere molto più contagiosa della Delta (già contagiosissima come sappiamo) e che presenta una quantità di mutazioni tali da renderla quasi ‘de facto’ un virus differente, che si manifesta anche con dei sintomi diversi; motivo per cui non è così improbabile che l’efficacia dei vaccini venga in termini percentuali molto diminuita. Anche se, ovviamente, bisognerà aspettare dei dati più certi che arriveranno tra circa un paio di settimane.
Alla notizia della nuova variante si è scatenato il panico, che non è stato soltanto mediatico, ma anche economico e politico. Le borse di tutto il mondo hanno perso considerevoli quote di mercato, molti paesi hanno blindato i loro confini da e verso l’Africa australe. In tutto ciò c’è anche chi non ha mancato di utilizzare questa storia della variante sudafricana per sfruttare la solita becera propaganda sull’immigrazione, cercando di raccattare qualche voto proprio facendo leva sulla paura dell’immigrato per eccellenza, l’africano, dato che questa nuova variante sembra essersi originata nella parte meridionale di quel continente. Come se la memoria di chi assume questa posizione non fosse abbastanza capiente per ricordarsi di quando nel marzo del 2020 eravamo noi italiani gli appestati del mondo, al punto da venirci accreditata la responsabilità per la diffusione del covid in Occidente, e ci veniva recriminato anche di voler fare una siesta quando ci siamo rifugiati nel primo lockdown nazionale come unica misura di contentimento.
Come detto, per quanto riguarda questa nuova variante Omicron, e come stanno ripetendo tutti gli scienziati in queste ore, è necessario attendere i primi risultati effettivi di laboratorio. Ma una cosa possiamo osservare vedendo le ‘varianti di preoccupazione’ che si sono susseguite fin qui, dall’Alpha (l’inglese), alla Beta (la sudafricana), la Gamma (la brasiliana) e la Delta (l’indiana): le successive alla prima versione originale del virus di Wuhan sono state sempre più contagiose e quindi pericolose, perchè se è vero che non hanno comportato sintomi più gravi a parità di infezione, la loro rapidità di trasmissione non ha permesso nè un efficace contact tracing per quanto riguarda le misure di contenimento, nè all’organismo colpito di avere il tempo necessario per reagire. A dimostrazione di questo c’è il numero di decessi che nel 2021 ha superato quello del 2020.
A sostegno del timore che le prossime varianti, compresa la Omicron, saranno più pericolose delle precedenti, c’è la preoccupazione di Israele (stato-laboratorio rifornito e monitorato dalla Pfizer) che proprio negli scorsi giorni ha effettuato un’enorme esercitazione in vista di una possibile (per loro quasi certa) ipotetica variante Omega, rappresentata da una versione del virus nominata non a caso con l’ultima lettera dell’alfabeto greco, che sarà oltre che più contagiosa anche più letale.
Non è dato quindi sapere al momento come evolverà la situazione, ma possiamo dire che da qui alle prossime settimane gli scenari che si apriranno possono essere sostanzialmente tre. Quello più ‘pessimista’, per non dire catastrofista, che ci vedrà confinati in dei nuovi lockdown generalizzati per molto tempo ancora, almeno fino a quando non verrà somministrato un vaccino specifico contro questa variante. Lo scenario ‘normale’ che ci vedrà affrontare questa nuova variante similmente alla Delta, con qualche accortezza in più e con la consapevolezza ormai definitiva che questa sarà la nuova normalità di cui tanto si parlava. E infine lo scenario ‘ottimista’, quello che tutti auspichiamo, ovvero che la variante Omicron sarà sì più contagiosa, e quindi soppianterà le varianti precedenti, ma che è mutata in modo da essere anche meno grave, e quindi rappresenterà l’inizio dell’adattamento di questo virus all’uomo, al punto che un giorno non lontano non ci crerà problemi più significativi di una diversa influenza.
Filippo Piccini