La mattina del 9 novembre 1993 lo Stari Most (che in italiano significa: “Il vecchio Ponte”) viene distrutto dalle forze croato-bosniache nel corso della guerra in Bosnia. Di costruzione ottomana risalente al XVI secolo nella città di Mostar, in Bosnia ed Erzegovina, attraversa il fiume Narenta per unire le due parti della città che divide.
L’azione fu giudicata “un legittimo obiettivo militare” dal Tribunale internazionale per i crimini della ex Jugoslavia, nonostante il giudice Antonetti dissentì da questa prospettazione, ritenendo che essa non valorizzasse abbastanza anche il principio di difesa del patrimonio culturale durante i conflitti armati.
Durante la guerra di Bosnia (1993-1995) la televisione occidentale ha contribuito a diffondere l’idea che lo Stari Most attraversasse la linea di separazione tra le due parti della città, quella a maggioranza cristiana e quella a maggioranza musulmana.
Il ponte venne danneggiato già nel 1992 dai bombardamenti attuati dai serbi; entrambe le fazioni, sia la croata che la serba, vedevano un simbolo nel ponte e nell’area storica nelle sue vicinanze, una parte integrante della cultura bosniaca, da distruggere in quanto tale. Per questo motivo, lungo tutta la prima fase della guerra, esso venne ripetutamente preso di mira; per lo stesso motivo, dopo la sua distruzione, un portavoce dei combattenti croati non ebbe difficoltà a rivendicare l’evento, sia pure giustificandolo con ragioni strategiche
È protetto da due torri, chiamate Helebija (a nord est) e Tara (a sud ovest), denominate mostari (cioè “le custodi del ponte”). Si ritiene comunemente che lo Stari Most fosse il ponte a singolo arco più grande del suo tempo, il che lo rende uno dei capolavori architettonici dell’umanità. Venne commissionato dal sultano Solimano il Magnifico nel 1557 per rimpiazzare un vecchio ponte sospeso di legno.
Il ponte, incluso recentemente nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità, venne ricostruito sotto l’egida dell’UNESCO che cominciò la sua opera subito dopo la fine del conflitto. Le sue 1.088 pietre vennero lavorate secondo le tecniche medievali; il lavoro di ricostruzione è costato circa 12 milioni di euro finanziati da aiuti internazionali. L’Italia è stata la nazione che ha contribuito maggiormente alla ricostruzione, donando oltre 3 milioni di €. Lo Stari Most è stato riaperto il 22 luglio 2004 e celebrato come simbolo di riconciliazione fra le comunità cristiane e musulmane dopo gli orrori della guerra.