Lo scorso giovedì 28 ottobre Marck Zuckerberg, il fondatore della galassia Facebook, Instagram, Whatsapp, Oculus e non solo, ha annunciato che la sua società cambierà nome in Meta Platforms, o più semplicemente Meta, dall’obiettivo del Metaverso che punta a costruire da qui ai prossimi anni.
Metaverso è un termine coniato per la prima volta da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Ci sono stati numerosi esempi mediatici negli anni ’90 (film come Il tagliaerbe o Matrix, per citarne alcuni) che facevano tutti riferimento a ciò che ora con la tecnologia attuale siamo in grado di realizzare, e che è stato annunciato da Zuckerberg pochi giorni fa.
Un mondo completamente digitale in cui ognuno di noi potrà condurre una vita parallela a quella reale, ma in via cibernetica, potremo incontrare amici, fare sport, viaggiare, assistere ad eventi come concerti; insomma tutte le nostre abitudini ed esperienze quotidiane potranno essere svolte in modo da parificare il valore tra mondo fisico e mondo virtuale, nel quale addirittura gli stessi oggetti digitali che vi vengono creati rappresenteranno un’economia a sè.
Chissà se qualche complottista ha già scritturato la tesi secondo cui sono stati i big dell’informatica a creare e diffondere il covid19 per obbligarci a stare più tempo da soli dentro casa, e volerci indurre a ricercare un mondo virtuale utilizzando i loro manufatti. Forse no, ancora non sono arrivati a tanto, ma una cosa è certa: non c’è momento migliore per lanciare il multiverso di un periodo come quello in cui stiamo vivendo.
Il fondatore di Facebook, anzi di Meta è più corretto adesso dire, ha dichiarato che il metaverso sarà la prossima frontiera tecnologica dopo quella dello smartphone, che a sua volta è seguita a quella dell’home PC. E’ troppo presto per dire se l’annuncio di Mark Zuckerberg dello scorso giovedì possa essere paragonato a quello di Steve Jobs del 2007 quando annunciò l’I-Phone che da lì a pochi anni avrebbe rivoluzionato tutto con il mondo mobile. Sempre più spesso però i CEO delle big tech fanno riferimento al metaverso come al prossimo salto evolutivo mondiale.
Come tutte le invenzioni, non sono giuste o sbagliate in sè, come quando internet ha iniziato a diffondersi non si poteva pensare che la salvifica aspettativa iniziale di poter comunicare con il mondo e diffondere qualsiasi messaggio si sarebbe tramutata in fake news e cyber bullismo. La speranza è sempre che nel momento in cui ci si riprova, il tentativo possa avere un risvolto migliore. Di fatto, sembra che un altro mondo possa essere possibile; qualsiasi interpretazione si voglia dare al termine “altro”, sicuramente per quanto riguarda il “come”, sembra che con il Metaverso questo possa essere “realtà”.