21 settembre 1949: Mao annuncia la Repubblica Popolare Cinese

mao zedong

Mao Tse Tung apre la prima sessione plenaria della Conferenza consultiva del popolo cinese a Pechino, a cui partecipano 600 delegati, celebrando la vittoria nella guerra civile e tracciando le linee future del paese: sarà guidato dal Partito Comunista in una Repubblica Popolare che nascerà ufficialmente il 1 ottobre.

Nel suo discorso, Mao dichiara che: “Grazie alla dittatura democratica popolare il popolo cinese sarà protetto contro qualsiasi tentativo dei suoi nemici interni ed esterni di ristabilire la loro influenza nel paese”. Egli aggiunge che l’alleanza con l’Urss consente al popolo cinese di non essere isolato in campo internazionale.

La nuova bandiera della Cina comunista avrà il fondo rosso e porterà in alto a sinistra una grande stella gialla a cinque punte, circondata da quattro stelle più piccole, anch’esse a cinque punte. La stella maggiore simboleggia il partito comunista; le più piccole le quattro classi che formano il “fronte unito” ed esercitano i poteri supremi: lavoratori delle città, contadini, piccola borghesia e media borghesia.

Il 30 settembre, al termine della sessione plenaria, Mao viene eletto presidente del governo. Radio Pechino annuncia che Mao Tse-tung, presidente del partito comunista, è stato nominato all’unanimità presidente del “governo popolare centrale della repubblica cinese”.

Al prestigio della figura di Mao si congiunge, in Cina e in tutto il mondo comunista, l’alta considerazione per la sua attività di teorico della rivoluzione, per la quale il suo nome è stato talora accostato a quello dei classici del marxismo.

La necessità di tener conto del particolare e di fare della dialettica uno strumento di comprensione adattantesi duttilmente ai singoli problemi in esame, è stata più volte esposta da Mao quale fondamento ideologico alla sua difesa contro le interferenze russe nella particolare situazione cinese, e poi tematicamente trattata nel saggio ‘Sulla contraddizione’: contro quanto può sembrare si debba leggere nello stesso Marx, il movimento dialettico della storia per Mao non scaturisce dall’unica contraddizione tra borghesia e proletariato, ma da una molteplicità di contraddizioni che sussistono l’una accanto all’altra, s’intersecano, s’influenzano a vicenda, assumendo carattere predominante or l’una or l’altra.

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