Ognuno di noi può decidere se vivere la propria vita, o subirla. Henry ha scelto la seconda, attraversando così la propria esistenza in maniera letargica, come anestetizzato.
Henry (Keanu Reeves) è il remissivo protagonista di Henry’s Crime, film del 2011 del regista Malcolm Venville, una delicata commistione di comedy, crime e romance.
Henry è un uomo piuttosto ordinario, apatico, privo di ambizioni che subisce lo scorrere della propria esistenza dividendosi tra i monotoni turni notturni al casello autostradale di Buffalo e una moglie che lo incalza per avere dei bambini.
La piatta vita di Henry però s’interrompe quando finisce in galera, per un crimine che non ha commesso. Nei tre anni che trascorre dietro le sbarre, Henry stringe una profonda amicizia con l’anziano Max (James Caan) un ex truffatore che nella galera ha trovato la propria dimensione.
Eppure, entrambi fuggono dalle responsabilità e dalla vita reale. Sarà uno strambo colpo architettato da Henry per svaligiare la banca per la quale è finito in carcere a portarli a scontrarsi con la vita.
Henry’s Crime è uno di quei film che in un certo senso subisci. Lo guardi, ma non riesci a sentirne le vibrazioni. La narrazione, quasi teatrale, è sempre molto pacata e quasi sussurrata all’orecchio dello spettatore. Tutto in Henry’s Crime è ovattato e raccontato in punta di piedi, anche i momenti più concitati come quelli della rapina.
Sicuramente Henry’s Crime è un film dai tratti eleganti, dall’ironia contenuta e dalla messa in scena curata, ma al quale viene voglia di gridare dal fondo del divano… Voce!
Buona Visione
Serena Aronica