Nel quartier generale di Adolf Hitler a Rastenburg, Prussia Orientale, fallisce l’attentato al Fuhrer (noto con il nome in codice di Operazione Valchiria) che verrà solo leggermente ferito. Il piano, realizzato dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, era stato pianificato da politici e membri della Wehrmacht.
Alcuni alti gradi dell’esercito tedesco, negli anni avevano espresso critiche al regime, in particolare durante gli avvenimenti svoltisi tra il 1933 e il 1938, quando i più alti membri delle gerarchie dell’esercito erano entrati in contrasto con Hitler. Il generale Beck rassegnò le dimissioni, ipotizzando già un possibile rovesciamento del regime di Hitler, ma anche altri importanti personaggi compirono lo stesso gesto in seguito all’Anschluss (l’annessione dell’Austria alla Germania) e allo scandalo Fritsch-Blomberg, che provocò l’allontanamento del generale Werner von Fritsch e del feldmaresciallo von Blomberg.
L’opposizione in ambito militare crebbe mano a mano che le sorti del conflitto volgevano a sfavore della Germania, allo scopo di favorire una pace separata con gli Alleati ed evitare così una possibile distruzione del paese. Alcuni piani per un rovesciamento del regime atti ad impedire a Hitler di scatenare una nuova guerra mondiale vennero preparati già nel 1938 e nel 1939, ma non furono portati a termine a causa dell’indecisione dei generali dell’esercito Franz Halder e Walther von Brauchitsch, e della fallimentare strategia delle potenze occidentali nel contrastare la politica aggressiva del Führer.
Lo scopo dell’attentato del 20 luglio 1944 era quello di eliminare il Fuhrer e, attraverso un colpo di Stato, instaurare un nuovo regime che avesse il compito di negoziare una pace separata con gli Alleati, con il fine di evitare la disfatta militare e l’invasione della Germania da ovest, continuando la guerra ad est contro l’Unione Sovietica. L’attentato fu pianificato sfruttando la possibilità che offriva il piano Valchiria, ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o insurrezione interna, opportunamente modificato dal colonnello von Stauffenberg. L’esplosione dell’ordigno uccise tre ufficiali e uno stenografo civile, tuttavia il Führer subì solo ferite più o meno lievi.
Il fallimento del colpo di Stato portò all’arresto di circa 5.000 persone, molte delle quali giustiziate o internate nei lager. Lo storico britannico Ian Kershaw scrive di circa duecento persone «passate dalle mani del boia» tra il 7 e l’8 agosto. Hitler stesso volle che i colpevoli venissero «impiccati e appesi come bestiame al macello». Tra i congiurati emergerà anche il nome del feldmaresciallo Erwin Rommel, il quale essendo considerato un eroe di guerra, verrà costretto al suicidio il 14 ottobre e commemorato con funerali di Stato.