13 luglio 1943: Torino viene bombardata dagli inglesi

bombardamento torino luglio 1943

Gli aerei inglesi della Royal Air Force bombardano torino durante le operazioni alleate della Seconda Guerra Mondiale. E’ l’ultima incursione prima dell’armistizio di Cassibile dell’8 settembre 1943, in cui l’Italia firmò la resa incondizionata agli Alleati. 264 bombardieri della RAF sganciano 763 tonnellate di bombe (478 tonnellate di bombe esplosive, tra cui otto blockbusters da ottomila libbre, 203 da quattromila e 285 tonnellate di bombe incendiarie).

Queste incursioni, che rientrarono nella seconda fase di bombardamenti, furono definite «terroristiche». Ogni ondata sganciava prima le bombe dirompenti e poi gli ordigni incendiari (tra cui le nuove bombe al fosforo). Questa tecnica rendeva impossibile l’impiego dei mezzi antincendio durante l’incursione e favoriva lo svilupparsi di incendi di vaste proporzioni. Ai danni degli incendi si sommavano quelli delle esplosioni delle bombe dirompenti, che distruggevano gli edifici e bloccavano i servizi e le comunicazioni (interruzione delle strade, i cavi elettrici e telefonici, le tubature del gas e dell’acqua).

L’impressione generale è che il bombardamento di obiettivi militari o industriali rientrasse certamente nell’eventualità di ciascuna missione, ma al tempo stesso, che questa eventualità non costituisse lo scopo principale dell’azione. A provarlo è l’enorme quantità di mezzi incendiari fatti cadere a pioggia durante ogni azione, che potevano essere giustificati solo se l’intenzione era quella di terrorizzare, ma che risultavano di scarsa efficacia nei confronti di installazioni considerate in qualche modo strategiche.

Tutta la città subisce gravi danni, e tra gli altri sono colpiti i quartieri Centro, Vanchiglia e Regio Parco, gli stabilimenti FIAT, gli ospedali Gradenigo, San Giovanni e Mauriziano, la Piccola casa della Divina Provvidenza, l’Università, Palazzo Chiablese e il cimitero monumentale. Fra gli episodi di quella notte si ricorda il bombardamento della chiesa di Madonna di Campagna, nel cui scantinato si era rifugiato un gran numero di abitanti della zona. Anche la Mole Antonelliana viene colpita da una bomba, che scatena un incendio nella galleria degli archi parabolici, che può tuttavia essere domato prima di raggiungere dimensioni preoccupanti.

I Vigili del Fuoco sono chiamati a compiere oltre 1100 interventi, ma la distruzione della rete idrica lascia gli idranti senz’acqua, costringendo ad attingere l’acqua per spegnere gli incendi dalle cisterne pubbliche e private, dalle piscine e persino dalle fogne. L’erogazione di acqua e gas sarà interrotta per settimane, la rete tranviaria è messa fuori uso. I morti tra la popolazione civile sono 792, i feriti 914 (diversi dei quali successivamente deceduti, portando il bilancio finale delle vittime a 816); prima del bombardamento di Roma del 19 luglio successivo si trattò del più pesante attacco aereo sull’Italia, sia per tonnellaggio sganciato che per vittime.

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