L’assemblea generale dell’ONU approva in via permanente l’estensione senza limiti del Trattato di Non Proliferazione Nucleare. In vigore dal 1970, quando fu adottato dagli Stati Uniti d’America, Unione Sovietica e Regno Unito, prevede l’uso pacifico del nucleare e il disarmo delle installazioni esistenti.
Il Trattato di non-proliferazione (Non-Proliferation Treaty – NPT) rappresenta, a tutt’oggi, l’unico strumento di portata globale in materia di disarmo e non-proliferazione nucleari. Conta tra i suoi Stati Parte 191 Paesi, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, dotati dell’arma nucleare (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Regno Unito).
Le norme di questo fondamentale strumento ruotano attorno a tre pilastri: disarmo, non-proliferazione e usi pacifici dell’energia nucleare. L’art. VI costituisce il cardine della norma sul disarmo, impegnando ogni Stato parte al perseguimento di negoziati su misure efficaci per la cessazione della corsa agli armamenti e per l’eliminazione degli arsenali nucleari, nonché su un trattato di disarmo generale e completo sottoposto a controllo internazionale efficace.
Ogni cinque anni una Conferenza di Riesame (Review Conference – RevCon), che si tiene all’ONU a New York, verifica lo stato di attuazione dell’NPT e valuta i progressi effettuati nell’ambito dei suoi tre pilastri. La prossima, presieduta dall’Argentina, era in programma dal 27 aprile al 22 maggio 2020 ma è stata rimandata al 2-27 agosto 2021, a causa dell’emergenza COVID-19.