20 aprile 1998: si apre il processo per l’omicidio di Marta Russo

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Comincia il processo per l’omicidio di Marta Russo, noto anche come delitto della Sapienza. Le udienze si tengono davanti alla prima corte d’Assise di Roma.

L’omicidio fu al centro di un complesso caso, oggetto di grande copertura mediatica alla fine degli anni novanta, sia per il luogo in cui era stato perpetrato, sia per la difficoltà delle prime indagini, che non riuscirono a delineare un movente, vertendo ad esempio tra ipotesi non confermate come lo scambio di persona, il terrorismo, e infine lo sparo accidentale

Il 9 maggio dell’anno precedente Marta Russo, studentessa di giurisprudenza di 22 anni, venne colpita da un proiettile alla testa mentre passeggiava con l’amica Jolanda Ricci in un viale dell’Università “La Sapienza”. La pista seguita dagli investigatori portò all’Istituto di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza. La polizia scientifica scoprì “tracce significative” di polvere da sparo sulla finestra dell’Aula 6 dell’Istituto.

Il 14 maggio la studentessa venne dichiarata clinicamente morta e i suoi genitori diedero l’assenso alla donazione degli organi. Il 1 giugno 1999, nella sentenza di primo grado, Giovanni Scattone verrà condannato a 7 anni per omicidio colposo e porto d’armi e Salvatore Ferraro a 4 anni per favoreggiamento. Assolti tutti gli altri imputati.

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