30 marzo 1815: Murat chiama gli italiani alla rivolta

gioacchino murat

Con il “proclama di Rimini” Gioacchino Murat invita gli italiani a sostenerlo ribellandosi agli austro-ungarici e promettendo libertà, indipendenza e costituzione nel caso in cui riuscisse a conservare il trono di Napoli. Il proclama, pur se recante la data odierna, verrà emesso il 12 maggio.

Nel 1806, Napoleone Bonaparte affidò la parte continentale del Regno di Napoli, che aveva appena conquistato, a suo fratello Giuseppe. Essendo quest’ultimo successivamente salito al trono di Spagna, dopo il rovesciamento di Carlo IV e Ferdinando VII, Napoleone pose sul trono di Napoli, con il nome di re delle Due Sicilie, suo cognato Gioacchino Murat.

Alla fine della campagna di Russia, Murat abbandonò la Grande Armata, di cui aveva la responsabilità di riportarla indietro, nel tentativo di salvare il Regno di Napoli. Nel 1813 , tuttavia, si unì alla Grande Armata e combatté nei suoi ranghi fino alla sconfitta di Lipsia. Dopo di che tornò nel suo regno, firmò un trattato di alleanza con l’Austria e fornì un esercito per combattere l’imperatore. Nel trattato l’Austria, appoggiata in questo anche dall’Inghilterra e dalla Russia, garantiva al Murat i suoi Stati (inclusa la Sicilia), ponendo così un’ipoteca sulle decisioni del congresso di Vienna.

Ma il congresso di Vienna decise di restaurare l’Europa pre-rivoluzionaria, e quindi di ripristinare i Borbone a Napoli. Il 15 marzo 1815, Murat approfittò della fuga di Napoleone dall’isola d’Elba per dichiarare guerra all’Austria . Il 2 maggio fu sconfitto nella battaglia di Tolentino. Il 12 maggio, con il proclama di Rimini – falsamente datato 30 marzo – si rivolse agli italiani chiamandoli alla rivolta contro gli austriaci e presentandosi come il portabandiera dell’indipendenza italiana, nel tentativo di trovare alleati nella sua disperata battaglia per mantenere il trono.

Tuttavia, in conseguenza del fallimento della sua campagna militare, Murat fu catturato e poi fucilato il 13 ottobre 1815 a Pizzo Calabro.

Il proclama di Rimini toccò particolarmente Alessandro Manzoni, che compose il canto omonimo con il quale volle esprimere sostegno all’appello di Murat per la lotta di tutti gli italiani per l’indipendenza. Il canto, tuttavia, rimase incompiuto e poté essere pubblicato soltanto nel 1848 contribuendo al dibattito sull’Unità d’Italia.

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