In questi nuovi giorni di fermo, dove il tempo sembra nuovamente sospeso in una strana bolla, ho deciso di allietare un lungo pomeriggio piovoso con una docu-serie targata Netflix dedicata a uno dei serial killer più anomali e violenti mai visti… Richard Ramirez, soprannominato Night Stalker.
La docu-serie, realizzata da Tiller Russel, ricostruisce in quattro episodi tutti gli step delle indagini che portarono alla fine all’arresto del serial killer che terrorizzò Los Angeles e in parte anche San Francisco. Dal 1984 al 1985 Ramirez uccise almeno 14 persone e commise circa 43 crimini tra cui stupri, aggressioni, molestie a minori e furti.
Quattro episodi da cui emerge la figura oscura e violenta di un serial killer efferato e anomalo. Ramirez, a differenza di molti altri assassini seriali, non sembrava seguire uno schema preciso e metodico ma assaliva indistintamente uomini, donne e bambini. Ramirez non prediligeva un’arma, ma si accaniva sulle proprie vittime con armi da fuoco, coltelli, martelli o spranghe. Spesso le vittime, dopo aver subito stupri o molestie, venivano lasciate libere.
Night Stalker ripercorre quindi la lunga scia di sangue lasciata dal serial killer attraverso le indagini dei detective Gil Carrillo e Frank Salerno, della polizia, dei medici legali, i criminologi, i famigliari delle vittime e alcuni sopravvissuti alla ferocia di Ramirez.
La serie, per stomaci forti, è un viaggio nell’oscurità di una mente e di una metropoli che inghiotte senza pietà chiunque. Un tunnel buio dove l’orrore diventa qualcosa di estremamente tangibile e spaventoso. Scene del crimine ricostruite alla perfezione, materiale d’archivio da brividi e racconti agghiaccianti rilasciati dai superstiti rendono questa serie tanto brutale quanto affascinante.
E poi c’è lui… Ramirez. Nel suo sguardo si scorge un abisso di tenebra, nei suoi sorrisi una fame animale. Night Stalker è l’uomo nero per eccellenza.
Buona Visione
Serena Aronica