Così come il cibo fast food, anche il cinema orrorifico è ormai sempre più come un panino da consumare in fretta e furia. Sono infatti ormai pochi i titoli che cercano di allontanarsi da un assemblaggio dal sapore industrializzato, cercando nell’horror qualcosa di più.
Proviamo allora a girare lo sguardo verso una realtà decisamente più nostrana, quella di un’Italia che ancora oggi nasconde angoli bui e che ha cullato nel suo grembo credenze oscure mescolandole alla religione.
Il Signor Diavolo è un film del 2019, tratto dall’omonimo romanzo dello stesso Avati, con il quale Pupi Avati torna a raccontare gli orrori della provincia italiana, così come fece nel 1976 con il film cult La casa dalle finestre che ridono.
La vicenda si svolge nel 1952 nella campagna veneta, teatro di un orribile omicidio commesso da un ragazzino. Il Ministero di Grazia e Giustizia invia, da Roma, l’ispettore Furio Momentè. Il giovane uomo dovrà infatti evitare che la Chiesa venga coinvolta in questo terribile fatto, rimanendone di fatto estranea. Quello che l’ispettore si troverà però davanti è una realtà totalmente torbida, ancora avvolta in qualcosa che si muove in bilico tra religione e credenza popolare.
Pupi Avati ci restituisce un orrore tutto italiano, fatto di superstizioni e credenze popolari oscure. Un mondo fuligginoso, fotografato con maestria attraverso le immagini di casolari decadenti e porcili, di gente che vive con i piedi nel fango e il sospetto negli occhi. Un luogo dove il Diavolo è qualcosa di tangibile, qualcosa che è capace di farsi strada nel sottosuolo per riemergere e divorare le ostie consacrate.
In questa cornice inquietante il male assume fattezze tangibili e animalesche, contamina attraverso i grugniti e si propaga in atti incestuosi.
Nonostante alcune lacune nella trama, che vanno a discapito della narrazione e della caratterizzazione di alcuni dei personaggi, il film è un cupo affresco di un’Italia ancora fortemente legata a una sorta di esoterismo contadino. La religione, ancora estremamente potente, esercita uno strano e malsano fascino che avviluppa e soffoca i più deboli, gli sprovveduti e i diversi. E’ un potere in grado di plagiare, offuscare e irretire la mente, convincendola che il Diavolo esiste e che come alle persone cattive, bisogna portare il dovuto rispetto.
Buona Visione
Serena Aronica