Il primo parlamento nazionale – eletto due mesi prima secondo la legge elettorale piemontese, dunque su base rigorosamente censitaria – proclamava a Torino Vittorio Emanuele II re d’Italia, secondo la formula già presente nello statuto del 1848: “Per grazia di Dio e volontà della Nazione”.
La continuità tra Regno d’Italia e Regno di Sardegna, affermatasi nei fatti, veniva sancita anche formalmente.
Dopo lo sbarco di Garibaldi in Calabria ed il suo ingresso a Napoli era diventata urgente per il governo piemontese un’iniziativa al Sud tale da evitare complicazioni internazionali e garantire alla monarchia sabauda il controllo della situazione. Con l’intervento dell’esercito piemontese e le annessioni, la liberazione del Sud veniva così ricondotta dentro gli schemi tracciati da Cavour.
Il 17 marzo è ricordato annualmente dall'”Anniversario dell’Unità d’Italia”, festa nazionale istituita nel 1911 in occasione del cinquantenario della ricorrenza.