IL PIÚ GRANDE SCONTRO GENERAZIONALE DI TUTTI I TEMPI

climate change young girl

In questa settimana che va dal 20 al 27 settembre, ribattezzata #WeekForFuture, sono stati indetti in tutto il mondo una serie di scioperi volti alla sensibilizzazione della questione climatica per i cambiamenti sempre più repentini e drammatici che essa sta comportando e comporterà. L’ormai nota adolescente svedese Greta Thunberg, che fino a poco più di un anno fa era soltanto una ragazzina solitaria che ogni venerdì saltava la scuola per accamparsi davanti al parlamento svedese con il suo iconico cartello “Skolstrejk for klimatet” (sciopero della scuola per il clima), è diventata ben presto paladina e portavoce non soltanto della questione ambientale, ma di un’intera generazione che con questo problema dovrà conviverci, dato che si capisce come non potrà essere mai del tutto risolto.

Le estinzioni di massa di intere specie animali, nonchè i ghiacciai ormai sciolti e la temperatura globale incrementata, sarà molto improbabile che verranno mai ripristinate del tutto. Ciò che si potrebbe fare anche se si agisse subito secondo i diktat dei più intransigenti ambientalisti, sarebbe soltanto evitare che la situazione peggiori ulteriormente fino a raggiungere quel punto di non ritorno che il 99% degli scienziati ha individuato essere intorno al 2030, prima di vedere innescata una serie di sconvolgimenti tali da rendere fenomeni atmosferici e climatici adesso eccezionali, divenire semplicemente la norma, con tutto ciò che nella vita delle persone questo comporterebbe.

Ovviamente ci sarà sempre chi rappresenterà una parte negazionista, perchè sempre ci sono stati e in un sistema democratico bisogna saperli tollerare. L’unico problema è che nei tempi in cui viviamo gli si dà più spazio di quello che meriterebbero. Come disse il buon Umberto Eco parlando di internet che “dà diritto di parola agli imbecilli che prima venivano invece messi subito a tacere”, la dimostrazione di quanto le fake news, le teorie complottistiche, nonchè i rimedi miracolosi per ogni problema riescano a diffondersi così velocemente da influenzare addirittua le elezioni politiche, ne sono la dimostrazione. Idem quindi chi parla di “poteri forti” dietro l’attivismo climatico o di polemiche demenziali.

La generazione attuale di giovani, che come detto sarà inevitabilmente la più interessata ad affrontare e contenere le conseguenze dei cambiamenti climatici, molto probabilmente alzerà presto la voce ed aumenterà lo scontro tanto più i cambiamenti climatici faranno vedere i loro effetti e tanto meno ci saranno delle drastiche misure di contrasto adeguate. Se negli anni ’60 del secolo scorso abbiamo assistito ai più grandi fenomeni di rivolta sociale e culturale giovanile, che venivano però motivati da una rivendicazione principalmente valoriale di emancipazione rispetto alla generazione precedente, molto probabilmente nei prossimi anni assisteremo al grido disperato di un’altra generazione, quella nata dopo il 2000, che chiederà di non essere costretta a lottare per la propria sopravvivenza in un pianeta che diventerà di questo passo sempre più inospitale e pericoloso per la vita.

Bisognerà vedere se le intenzioni e le promesse di alcuni governi, primo fra tutti quello italiano che ha annunciato voler diventare leader mondiale del green new deal, nonchè ha sensibilizzato il mondo su queste tematiche per voce del premier Conte parlando proprio nelle scorse ore all’ONU dell’emergenza climatica in riferimento alla crisi dei ghiacciai sul Monte Bianco; oppure quello tedesco con la Merkel che ha deciso di stanziare 100 miliardi per abbattere le emissioni del 55% nei prossimi dieci anni, tanto per fare degli esempi, avranno un reale seguito attuativo e soprattutto se saranno anche soltanto in minima misura sufficienti oltre che a contenere le emissioni inquinanti, a placare la rivalsa di agire da parte di chi si vede “rubati i propri sogni”.

Filippo Piccini

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