16 aprile 1917: il ritorno di Lenin

Vladimir Lenin torna in Russia per prendere le redini della Rivoluzione. Pur esiliato in Siberia e in Europa a causa delle sue attività rivoluzionarie, Lenin era riuscito a far crescere il partito bolscevico grazie alle sue doti di oratore e scrittore.

Quando la Russia cadde nel caos a seguito della Prima Guerra Mondiale e dell’abdicazione dello zar Nicola II, Lenin lasciò la Svizzera e superò le linee nemiche tedesche. Con il febbraio 1917 e la caduta della monarchia si aprì una fase di effervescenza rivoluzionaria e allo stesso tempo di confusione, destinata a perpetuarsi finché non si fosse ricostituito un centro di potere in grado di riagganciare le giunture di quell’insieme geopolitico che fino ad allora era stato l’impero russo e che sembrava avviato a un processo di frantumazione; il 16 aprile 1917 Lenin raggiunse Pietrogrado.

Sette mesi dopo, sotto la sua guida, i bolscevichi presero il potere. Lenin ha presieduto la fondazione dell’URSS ed ha guidato il primo stato comunista della storia fino al 1924, anno della sua morte. Lo Stato comunista edificato dai bolscevichi di Lenin dopo la presa del potere nell’ottobre del 1917 si presentò con i caratteri rivoluzionari di una proposta ideologico-politica radicalmente innovativa. Ma si innestò nell’albero della storia imperiale russa, dal quale trasse non pochi elementi di continuità che lo avrebbero caratterizzato almeno quanto lo sforzo di costruire un uomo e una società nuovi.

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