Durante una recente diretta Instagram, la parlamentare democratica Alexandria Ocasio-Cortez, promettente stella dell’area più liberal del partito progressista americano, nata e cresciuta nel Bronx, ha messo in dubbio la moralità di avere figli di fronte ai cambiamenti climatici: “Il nostro pianeta sarà colpito dal disastro se non invertiamo la rotta, e quindi il messaggio è che c’è un consenso scientifico sul fatto che la vita dei bambini sarà molto difficile”, ha detto. “E porta, penso, i giovani a porsi una domanda legittima: ‘Va bene avere ancora figli?’.” I genitori e i futuri genitori non sono però gli unici che dovrebbero essere preoccupati per l’impatto della crisi umanitaria del pianeta sulle generazioni future. “Anche se non avrai figli, ci sono ancora molti bambini qui nel mondo”, ha detto Ocasio-Cortez, “e abbiamo un obbligo morale nei loro confronti, lasciare un posto dove vivere migliore per tutti”.
Parole piuttosto forti quelle utilizzate dalla nascente pasionaria americana, che è anche la parlamentare più giovane della storia statunitense e che rappresenta al meglio l’ondata dei “millennial socialisti” intenzionati ad affrontare le diseguaglianze del capitalismo in un modo meno dogmatico che in passato. Questo movimento spontaneo, ancora disorganizzato e difficilmente inquadrabile, ma sicuramente appassionato e diretto, si propone di affrontare le principali contraddizioni dell’epoca nella quale viviamo, dalle disuguaglianze sociali, alle migrazioni, fino appunto all’emergenza climatica, consapevoli che come confermato da molti scienziati abbiamo soltanto una dozzina di anni per fare qualcosa prima di arrivare ad un inevitabile punto di non ritorno.
Queste intenzioni si sono infatti concretizzate in una proposta definita rivoluzionaria di rilancio dell’intero sistema economico ed energetico in chiave ambientalista. Il Green New Deal, prendendo il nome da ciò che fu il New Deal di roosveltiana memoria, si propone di essere al tempo stesso una via di fuga e di salvezza per l’economia e per il pianeta. Riconvertire le nostre società in chiave energetica ed industriale ecosostenibile non permetterà infatti soltanto di abbassare le emissioni di gas serra e le contaminazioni ambientali, frenando così le estinzioni di massa, il surriscaldamento globale e il drammatico scioglimento dei ghiacciai, ma permetterà anche di mettere le basi per un nuovo boom economico e una nuova iniezione di investimenti, tipologie di lavoro e riconversioni produttive annesse.
Bisognerà vedere quanto l’eventuale mancata rielezione di Trump nel 2020 (così come avvenne per Bush senior che non superò il primo mandato) e l’affermazione di una componente liberal e green capitanata magari dal rinato Bernie Sanders (che proprio recentemente ha annunciato la sua ricandidatura) potranno influenzare anche i nostri Stati europei e quanto tempo sarà necessario per far sì che tutto ciò si realizzi in azioni concrete. Se si pensa che ormai i fenomeni globali sono più interconnessi che mai, soprattuto all’interno del mondo occidentale, e che la ventata di destra e di suprematismo bianco che ha invaso anche l’Europa è in qualche modo collegata a quella che ha portato Trump alla guida degli Stati Uniti, si può legittimamente pensare che anche per noi ci sarà qualche speranza per il prossimo futuro. L’attivista svedese Greta Thunberg e il movimento spontaneo che si è creato e che marcia al suo fianco per portare avanti le sue battaglie climatiche è un esempio che potrebbe fungere da connessione per ciò che sembra stia iniziando a muoversi oltreoceano.
Certo la speranza non risiede sicuramente nei giovani italiani che, stando a quanto risulta da uno studio di un centro ricerche americano, sono i meno progressisti e i più conservatori d’Europa, piuttosto eventualmente in un qualcosa di più grande e di globale al quale aderire e far parte, come modello di sviluppo non soltanto economico, ma sociale e culturale che grazie anche agli strumenti a disposizione oggi possa cambiare dal basso ciò che fino adesso è stato sempre deciso soltanto da un ristretto numero di persone.
Filippo Piccini