Antonio Polo era uscito di casa all’alba con una strana sensazione: «Oggi mi sentivo che sarebbe successo qualcosa di grave, è da giorni che vivo come un bersaglio mobile. Sono andato al lavoro con quest’ansia. Ma io non sono dalla parte degli industriali: raccolgo il latte da portare nei caseifici, è vero, ma sono un umile camionista, un autonomo. Non sono un loro dipendente». I mille litri di latte che aveva già nella sua autocisterna, Antonio Polo li ha dovuti riversare tutti a terra: di fronte a due incappucciati con un fucile in pugno non poteva avere alternative. «Ho fatto quello che mi hanno ordinato. Ho eseguito, non avevo possibilità di fuggire. Sono stati cinque minuti terribili».
Nel giorno delle elezioni regionali in Sardegna non c’è silenzio elettorale. La tregua la rompono due giovani vestiti da cacciatori e con la doppietta in spalla. Sanno che tra le curve della vecchia strada statale 389, tra Nuoro e Orune, ogni giorno passa il camioncino di Antonio Polo. Fa il giro degli ovili della zona per raccogliere il latte e consegnarlo al grande caseificio della famiglia Pinna a Thiesi. Il blitz scatta di primo mattino e ha un valore simbolico doppio. È la dimostrazione che i pastori sardi non sono ancora pronti a fermare la loro battaglia per il prezzo del latte ed è un messaggio intimidatorio al più grande centro di produzione del pecorino, accusato (più degli altri) di aver imposto un cifra troppo bassa per remunerare il lavoro degli allevatori.
Antonio Polo, il camioncino che si trova gli incappucciati sotto gli occhi, capisce subito tutto quello che sta per succedere: «Sono spuntati dai cespugli e mi hanno detto di percorrere una stradina. Avevano una bottiglietta piena di benzina in mano e gli ho chiesto di non danneggiare il camioncino perché questo è il mio lavoro. È tutto quello che ho. Mi hanno trattato bene. Mi hanno chiesto di svuotare tutto il latte in mezzo al fango e poi mi hanno costretto ad andare via a piedi. Loro sono spariti nel nulla e io sono tornato dopo un po’ a recuperare il mezzo».
Nelle campagne della Barbagia oggi è pieno di cacciatori e il commando che ha bloccato la cisterna del latte ha fatto perdere facilmente le sue tracce. I carabinieri cercano qualche traccia per individuare la banda, ma il messaggio circola più veloce delle indagini. Oggi la Sardegna sceglie il suo nuovo governatore ed elegge il Consiglio regionale. I rappresentanti dei pastori che nei giorni scorsi hanno trattato con i ministri Matteo Salvini e Gian Marco Centinaio avevano promesso una tregua fino al prossimo tavolo di trattativa (già convocato dal prefetto di Sassari per martedì) ma nel mondo delle campagne non tutti sono per la diplomazia. E qualcuno ha usato le armi, quelle vere.