Il libro è diviso in micro-saggi, che trattano tematiche già ricorrenti nella produzione letteraria del noto storico. Come in altri suoi libri emerge il tema dell’anonimato e della persona comune, che nel corso del ‘900 ha assunto un enorme potere di condizionamento sulla grande storia.
Non a caso il libro è dedicato a persone, spesso ignote ai più e che apparentemente non hanno svolto alcuna grande azione (lavoratori e attivisti politici, suonatori e cultura jazz, eventi storici caratterizzati dalla partecipazione di masse anonime, lavoratori delle campagne).
Non un saggio storico concentrato sulla grande personalità o su un momento decisivo, ma un saggio che ripercorre storie anonime sconosciute nel loro caso specifico, ma note come fenomeno generale, come smottamento di valori o rivoluzione dei costumi.
Dalle organizzazioni anarchiche dei calzolai, al maggio francese, passando per la guerriglia vietnamita: questi sono i protagonisti del libro, coloro che hanno fatto la storia non sapendolo, ma semplicemente vivendo e prendendo delle scelte.
Ottimo testo per uscire da una dinamica storiografica troppo spesso concentrata sui “grandi”.
Gabriele Germani