«Caro amico, speriamo che questa notte tu soffra meno il freddo. Ti chiediamo scusa a nome della città di Trieste». È il messaggio scritto su di un cartello in cartone da alcuni triestini che ieri sera hanno lasciato vestiti caldi e trapunte sul luogo dove il senzatetto romeno aveva abitudine di cercare riparo, sino a quando il vicesindaco di Trieste, Paolo Polidori, due giorni fa, gli aveva gettato in un cassonetto alcune coperte, postando poi il suo gesto su Facebook. Questa mattina, lungo la centrale via Carducci, gli indumenti e le coperte portate in segno di solidarietà da alcuni cittadini erano ancora lì, mentre era sparito il cartello che riportava un post scriptum: «in caso di mancato ritiro da parte dell’interessato non gettare nulla. Provvederemo al recupero entro domani. Grazie».
Sui social è bufera dopo la scelta del vicesindaco. Forza Italia lo invita a lasciare: «Si dimetta», ma il primo cittadino Dipiazza lo blinda. Lui aggiusta il tiro: «Sono dispiaciuto. Vorrei trovare questo clochard e dirgli che se si farà ospitare in una struttura protetta gli acquisterò abiti nuovi. Potrebbe tuttavia non averne bisogno- dice-, poiché da quanto mi è stato riferito ogni giorno cambia circa 100 euro di monete nei negozi del centro di Trieste, il che significa che guadagna circa quasi tremila euro al mese. Inoltre, verosimilmente potrebbe rifiutare l’ospitalità in un ricovero pubblico perchè, come ha dimostrato in passato, ad un tetto preferisce il bivacco per strada».
Il “clochard della discordia” è un cittadino rumeno. Secondo Polidori «piantonato dalla Questura per tre procedimenti penali a carico ed uno di allontanamento da Trieste che potrebbe tra l’altro essere già stato eseguito, dato che il barbone secondo quanto riferitomi dall’assessore ai Servizi sociali, al momento non risulta essere stato preso in carico da nessuna struttura di accoglienza. E’ un ’barbone attivo’, cioè che ha scelto di vivere per strada perchè a Trieste tutti i clochard hanno un letto al caldo in un ricovero. E lui invece si è sempre rifiutato di essere ospitato in strutture pubbliche protette. Io non faccio la battaglia contro di lui, ma i cittadini di Trieste devono avere il diritto di camminare in strade decorose. Io non posso tollerare che siano privati della loro libertà – esclama Polidori – La solidarietà al clochard non gliela toglie nessuno. Ma quale è la ragione per cui quest’uomo preferisce vivere senza un tetto?”.
Polidori dice di non avere gettato abiti di una persona, ma stracci abbandonati. «La questione – ricorda- è cominciata mesi fa quando questa persona ha cominciato a stazionare nel centro di Trieste, portando pentole e stracci ed addirittura provando a piantare una tenda davanti ad negozio con i conseguenti disagi immaginabili per i cittadini ed i commercianti, che spesso ha anche minacciato. Inconvenienti ancor più aggravati dalle pessime condizioni igienico sanitarie in cui versavano lui ed il suolo che occupava».
fonte: LASTAMPA.it