Bandersnatch // David Slade

Il 2019 è appena iniziato e con lui si aprono nuove porte, nuove strade e nuove scelte. Saremo in grado di scegliere le direzioni giuste? E a quale finale arriveremo? Perché queste strane domande e considerazioni in questa fredda ma assolata mattina di gennaio? Forse perché sto ancora rimuginando sulla nuova esperienza interattiva offerta da Netflix.

Bandersnatch, scritto da Charlie Brooker (creatore di Black Mirror) e diretto da David Slade, è una moneta lanciata in aria. Un esperimento interattivo che per la prima volta rende lo spettatore non più una spugna passiva, ma parte integrante della storia.

Per chi come me ha vissuto sguazzando nei meravigliosi anni ’80/’90, sobbalzerà sentendomi pronunciare la parola librogames! Per tutti gli altri… nutro una sincera tristezza per quello che si sono persi! Prima di venire colta da un attacco di senilità… andiamo avanti. Torniamo a Bandersnatch e alla sua matrice così intimamente anni ’80 in bilico tra videogioco e avventura narrativa. Un episodio esteso della fortunata serie Black Mirror che ci spintona al fianco di Stefan (Fionn Whitehead), un giovanissimo programmatore completamente affascinato dal mondo di Bandersnatch, il librogame che lui vuole faticosamente tradurre in videogioco.

Al suo fianco in tutte le scelte, da quelle cruciali a quelle puramente estetiche, per addentrarci verso uno dei possibili finali offerti da questa nuovissima esperienza. E se inizialmente la cosa può risultare surreale, straniante e anche inquietante con l’andare avanti della storia diventa quasi impossibile sottrarsi al fascino di questa nuova avventura. Il risultato è quasi esaltante e catapulta lo spettatore indietro con i ricordi e allo stesso tempo proiettato in avanti, verso qualcosa di completamente nuovo.

Che sia l’inizio di qualcosa di completamente diverso? L’interattività, l’essere parte integrante di una storia è sicuramente affascinante e stimolante. Si prova una sensazione difficile da definire nel trovarsi a decidere, a scegliere la strada giusta da seguire e far seguire ai personaggi. Ci si fonde con l’ambiente, con la storia, con le difficoltà e le decisioni da prendere al punto da venirne assorbiti.

Bandersnatch è sicuramente qualcosa da provare e per me è un esperimento più che riuscito. Da vecchia nostalgica mi sento legata alla classica narrazione, allo starmene comodamente sprofondata sotto le coperte mentre il film scorre davanti ai miei occhi raccontandomi la sua storia eppure… quella responsabilità di scegliere la direzione giusta continua a solleticarmi!

E voi cosa aspettate? Andate a fare le vostre scelte!

Buona Visione

Serena Aronica

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