Nel corso dell’Omelia tenuta il 27 novembre 1095 durante il Concilio di Clermont, Papa Urbano II invocò per la prima volta una Crociata in risposta alle richieste di aiuto dell’Imperatore di Costantinopoli Alessio I Comneno contro l’avanzata dei Turchi Selgiuchidi e per la liberazione della Terra Santa. La spedizione ufficiale fu preceduta dalla così detta “Crociata dei Poveri”, una marcia cui parteciparono soprattutto esponenti del popolo e della bassa nobilità europea sotto la guida di Pietro l’eremita: dopo essersi lasciati andare a violenze ed eccessi di ogni tipo nei confronti dei loro stessi correligionari ungheresi e delle comunità ebraiche incontrate lungo il cammino, i membri di questo esercito mal assortito e privo di ogni disciplina furono sonoramente sconfitti dai Turchi.
Le quattro compagini militari propriamente dette composte da nobili e cavalieri partirono alla volta di Gerusalemme nell’agosto del 1096 sotto la guida spirituale di Ademaro di Monteil e si radunarono a Costantinopoli fra il novembre di quello stesso anno ed il gennaio del successivo. Tradotti velocemente oltre lo stretto del Bosforo da un Alessio I che non serbava particolare fiducia nei Signori europei, tanto più dopo il comportamento dei “Crociati” che li avevano preceduti, gli eserciti cristiani diedero inizio ad una lunga marcia che attraverso una serie di duri ma vittoriosi scontri con i Turchi li portò alle porte di Gerusalemme nei primi mesi del 1099. Diversamente da altri centri urbani che erano capitolati a seguito di ostinati assedi – come, ad esempio, Antiochia – la “città santa” fu presa d’assalto e, dopo un primo fallito tentativo, cadde in mano ai Crociati il 15 luglio. Come era già accaduto in molti altri luoghi, la conquista precedette un orrendo massacro rimasto noto nella Storia, perpetrato senza distinzione di sesso o età ai danni di coloro i quali erano considerati infedeli, musulmani o ebrei che fossero. Al termine delle violenze solo pochissimi degli abitanti sarebbero sopravvissuti grazie a rocambolesche fughe o perché fatti prigionieri per essere poi riscattati.
Nonostante la promessa pronunciata dai nobili europei di consegnare al Basileus di Costantinopoli la sovranità dei territori conquistati, il cattivo rapporto con Alessio I e l’ulteriore deterioramento dello stesso durante gli anni di guerra indusse i signori Crociati a rivendicare a sé il comando sui quattro regni che furono costituiti: il regno di Edessa, Antiochia, Tripoli e, per l’appunto, Gerusalemme. Cominciava così una storia secolare che avrebbe visto gli eserciti cristiani e musulmani scontrarsi ripetutamente ed alternarsi in una inumana serie di stragi per il controllo di una terra tanto sacra per tutte le tre grandi religioni monoteiste quanto tragicamente ed indistintamente inondata dal sangue dei rispettivi fedeli.
Andrea Fermi
Bibliografia:
Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006
Steven Runciman, Storia delle crociate, Milano, Bur, 2006