Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato l’entrata in vigore delle nuove sanzioni all’Iran, “le più dure di sempre”, e ha confermato l’esenzione di otto Paesi, compresa l’Italia. Questi stati potranno continuare ad acquistare petrolio dall’Iran senza incorrere in sanzioni secondarie. Oltre all’Italia sono Cina, India, Giappone, Turchia, Corea del Sud, Taiwan e Grecia.
Le esenzioni sono state decise in quanto questi Paesi “hanno già ridotto il loro import” e collaborano con gli Usa in altri campi. Complessivamente, ha precisato Pompeo, 20 Paesi hanno ridotto le loro importazioni di greggio dall’Iran di “1 milione di barili al giorno”. Ad aprile, prima che l’America si ritirasse dall’accordo sul nucleare firmato nel 2015, l’export iraniano aveva toccato un picco di 2,88 milioni di barili. A settembre era sceso a 1,8 milioni.
Pompeo ha spiegato che con il nuovo round di sanzioni il governo iraniano “non avrà più alcun introito da spendere in terrorismo, proliferazione missilistica, guerre per procura regionali, o programmi nucleare”. L’obiettivo degli Stati Uniti e costringere “il regime a cambiare comportamento” e non seguire più la via cominciata con la rivoluzione islamica del 1979. Pompeo ha ricordato anche l’anniversario della presa di ostaggi all’ambasciata americana di Teheran, 39 anni fa.
Per gli analisti mediorientali Washington punta a un “cambio di regime” anche se Pompeo non ha usato questa espressione. In mattinata il presidente Hassan Rohani aveva replicato alle pressioni americane e promesso che l’Iran saprà “spezzare” il blocco economico imposte e continuerà a esportare petrolio. La deroga di sei mesi ai suoi principali clienti dovrebbe permettere a Teheran di mantenere quasi intatto il livello dell’export. Washington ha fatto questa scelta per evitare una esplosione immediata del prezzo del greggio e forse per lasciare aperta la porta a una trattativa.
fonte: LASTAMPA.it