Funzionari del Viminale a Claviere dopo lo scontro con la Francia sui migranti

Nelle prossime ore, i funzionari della direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere (dipartimento della pubblica sicurezza) saranno a Claviere per verificare la situazione dopo i recenti episodi di sconfinamento.

La decisione arriva all’indomani dell’invio, da parte del il ministero dell’Interno, di pattuglie della polizia di Stato per controllare e presidiare il confine del Monginevro. Una mossa motivata, spiegano dal Viminale, dalla necessità di sorvegliare l’operato dei «cugini francesi», protagonisti negli ultimi giorni di sconfinamenti e allontanamenti «sbrigativi» in territorio italiano di profughi fermati in territorio francese. Procedure di «invasione» documentate in due occasioni: prima con fotografie della Digos di Torino e poi con filmati di cittadini di Clavière. Anche se, per la verità, molti residenti in Val di Susa raccontano che sconfinamenti e allontanamenti durano da mesi, come una procedura tollerata, da quando la Francia ha chiuso le frontiere sospendendo il trattato di Schengen.

Il botta e risposta con la Francia
La decisione di ristabilire un presidio di polizia a Clavière, nasce sull’onda del botta e risposta tra i due Paesi, dopo la ricostruzione dell’ultimo respingimento di tre migranti, venerdì scorso, filmato da un cittadino italiano da un condominio a ridosso del confine. Video diffuso l’altro ieri sulla pagina Facebook del ministro Salvini. Secondo la prefettura francese delle Alte Alpi il respingimento di quei tre migranti è avvenuto «esattamente alla demarcazione del confine». Aggiunge: «A differenza dell’incidente del 12 ottobre, per il quale è stata data una spiegazione, questo video mostra una procedura di non ammissione al confine secondo la pratica concordata tra la polizia francese e italiana così come prevede la legge europea». Precisando che il commissariato di Bardonecchia era stato «immediatamente informato».

Ma il Viminale dà un’altra ricostruzione. «La Francia – spiega Salvini – ha comunicato di voler consegnare un gruppo di immigrati alle 9,49 di venerdì, peccato li avesse già abbandonati in territorio italiano». In più non esisterebbe «alcun accordo bilaterale, scritto e ufficiale, che consenta questo tipo di operazioni. Se Parigi parla di prassi ne deve rispondere il governo precedente: ora l’aria è cambiata e non accettiamo che vengano portati in Italia extracomunitari fermati in Francia senza che le nostre forze dell’ordine possano verificarne l’identità. È l’ennesimo abuso transalpino, che ha approfittato anche della buona fede della nostra polizia».

Di recente la Francia ha riformato le norme sulle richieste di asilo e immigrazione, introducendo condizioni più stringenti. Materia complessa dove si intrecciano più discipline: da quelle interne alle direttiva sui rimpatri, passando per il regolamento di Dublino. A parte queste norme tra i due Paesi, afferma il Viminale, non ci sono disposizioni «figli di norme e regolamenti». I respingimenti fatti dalla Francia sono stati gestiti finora sull’onda di «consuetudini» di buon vicinato, ma che non sono frutto della «volontà del Governo».

La proposta di dialogo
Agli affondi di Salvini la Francia ha riposto ieri con una proposta di incontro per «migliorare la cooperazione» al confine. «La Prefettura delle Alte Alpi ha preso atto delle osservazioni del Ministro sui rapporti tra i servizi di polizia per l’applicazione delle norme europee in materia di rimpatrio di individui stranieri non ammessi al confine franco-italiano», si legge in una nota. «Il prefetto delle Alte Alpi, Cecile Bigot-Dekeyzer, su richiesta del ministro dell’Interno, Christophe Castaner, propone un incontro tra i prefetti, sul posto, il prima possibile». A stretto giro Salvini in una nota fa sapere che «il ministro francese è atteso a Roma, ma nel frattempo continueremo a pattugliare i confini. L’Italia – sottolinea – non è più pavida, rassegnata a essere il campo profughi d’Europa e che prende ordini da Bruxelles e da Berlino». Commentando le parole del suo omologo francese Castaner, secondo il quale «le decisioni unilaterali non possono farci passi in avanti», Salvini rinalcia: «Castaner evidentemente fa autocritica dopo gli episodi di immigrati scaricati come pacchi dalla polizia francese nei boschi italiani. Lui è ministro da pochi giorni, sono sicuro che lavoreremo bene e nel rispetto reciproco. Ma servono i fatti: noi siamo pronti a tirare dritto». Peraltro, il ministro francese ha invocato «più efficacia nei provvedimenti di espulsione». «Sono d’accordo» sottolinea Salvini, «è quello che sostengo da anni eppure mi davano del razzista, anche da Parigi. Meglio tardi che mai».

fonte: LASTAMPA.it

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