Salvatore Ferragamo, il calzolaio delle stelle

Pensando alla Pasqua ormai imminente, ho pensato di proporre per gli appassionati di moda e non solo, la visita al Museo Salvatore Ferragamo sito a Firenze.

Chi era Salvatore Ferragamo?

Tornando indietro sull’asse del tempo e precisamente ad Hollywood, alle Divine degli anni ’30 e ’40 fasciate nei loro abiti glamour, maliziose ed ondeggianti nel loro ticchettio su scarpe da sogno, emerge la figura di un piccolo uomo partito dall’Italia con una valigia piena di sogni e una superlativa capacità artigianale nel fare scarpe: Salvatore Ferragamo.

Nato in un piccolo paese dell’Irpinia, Bonito, la sua passione nacque dopo aver creato per le sorelle le prime calzature. Il suo genio incontrastato, penso non abbia ancora trovato rivali, i suoi disegni spaziano dalle creazioni più bizzarre, spesso veri e propri oggetti d’arte di altissimo design, a linee di eleganza più tradizionale. Visitando il Museo e il suo archivio, si ha come la sensazione di trovarsi di fronte ad un creativo senza tempo e si rimane letteralmente sorpresi nel constatare l’assoluta freschezza, originalità e attualità delle sue creazioni. Ad oggi sono tantissimi gli stilisti in grado di creare accessori e scarpe da sogno, ma Salvatore Ferragamo credo sia stato l’unico a saper  coniugare; bellezza, eleganza, qualità e comodità e non mi sorprendo analizzando le collezioni di oggi, di scorgere un dettaglio o un particolare riconducibile a Salvatore…

Di fatto Salvatore Ferragamo ha fatto scuola e sono in molti a studiare i suoi archivi e a prendere spunti per nuove esaltanti collezioni.

Da Bonito a Hollywood

Dopo un primo periodo come Calzolaio a Torre del Greco Salvatore tornò a Bonito, dove aprì un piccolo negozio in cui realizzò scarpe su misura per le signore del posto, ma Salvatore sentiva in cuor suo di poter fare di più e nel 1914 decise di raggiungere a Boston uno dei suoi fratelli che lavorava in una fabbrica di scarpe. Dopo una breve permanenza sul posto si trasferì in California, inizialmente a Santa Barbara, dove aprì una bottega di riparazione e fabbricazione su misura di scarpe. Lavorò in seguito per L’American Film Co. e studiò anatomia presso l’University of Southern California.

Nel 1923, affascinato dal grande potere attrattivo di Hollywood fatto di lustrini, splendori, charme e follie,  anche Salvatore Ferragamo si spostò nella città del cinema, e in poco tempo aprì il suo negozio Boot Shop e velocemente si guadagnò il nome di “Calzolaio delle stelle“.

Le Dive del cinema che indossarono le sue scarpe si innamorarono letteralmente di lui, non solo i disegni delle sue creazioni risultavano essere estremamente originali, ma affascinante era la modalità con cui Salvatore creava i suoi modelli. Possedeva un’incredibile conoscenza dei materiali, anche di quelli più svariati, che nelle sue mani divenivano tasselli di un alfabeto con cui giocava magistralmente, utilizzava metalli nobili, pelli pregiate, ricami, forme nuove alle quali accostava  zeppe di design e tacchi scolpiti, e vi era dietro un sapiente studio dell’anatomia del piede. Quando una cliente si trovava  dinnanzi al suo cospetto diveniva un’amica di cui prendersi cura.

Salvatore si prendeva cura dei piedi dei suoi clienti, capendo dalla conformazione anatomica  molto della persona, delle sue abitudini e delle sue esigenze e per le sue Dive creò di volta in volta le più belle scarpe mai viste in grado di rassicurare, di impreziosirne la linea ed esaltarne l’immagine.

Salvatore scrive:

 “La misura del piede mi rivela il carattere di chi lo possiede. Ho suddiviso le donne che sono
venute da me in tre categorie: le Cenerentole, le Veneri e le Aristocratiche… La Venere è generalmente
molto bella, affascinante e sofisticata, eppure dietro il luccichio esterno si cela spesso una
donna di casa amante delle cose semplici; poiché queste due caratteristiche sono contraddittorie,
la Venere è spesso incompresa: la si accusa di amare troppo il lusso e le frivolezze”.

(Studio-modello per Audrey Hepburn)

L’insieme di queste qualità tra creativo eccelso e artigiano sapiente, porterà negli anni alla nascita di una delle case di moda italiane più importanti. La Maison gode ancora oggi di un patrimonio storico di un’entità tale che sarebbe impensabile non farne tesoro. Lo sa bene la stessa casa di moda, riproponendo in chiave più moderna alcuni modelli di calzature iconiche d’archivio. Tra queste il  modello Rainbow, creato nel 1938. Si ipotizza sia stato realizzato per Judy Garland. La tomaia è formata da lacci imbottiti in capretto dorato e profilati con punto a smerlo, mentre  l’intersuola e il tacco gli di sughero sono ricoperti di camoscio in vari colori. Da qui il nome della scarpa “arcobaleno“.

E ancora a un’altra rienterpretazione della Maison: Il modello creato nel 1940 ispirato all’attrice Mae West. Il Sandalo presenta una tomaia formata da laccio alla caviglia, cinturino al collo e due fasce in camoscio, intersuola a zeppa di sughero con scannellature verticali, rivestita in capretto dorato.

L’uso di materiali insoliti come il sughero fu davvero rivoluzionario, mai nessuno prima di lui aveva utilizzato questo materiale per delle calzature. Questo avvenne in quanto nel 1927 Salvatore Ferragamo tornò in Italia e precisamente a Firenze, dove prese sede in Via Mannelli 57 e nel 1935 la Società delle Nazioni inflisse sanzioni all’Italia fascista per l’aggressione all’Etiopia (1935) e Mussolini decretò ufficialmente l’avvio della linea di politica economica dell’autarchia: produzione interna e limitazione delle importazioni. Il Paese pose fine alla dipendenza economica dall’estero ed anche nell’abbigliamento e nelle calzature si inaugurò la stagione del ‘fai da te”. Alcuni materiali fin a quel momento utilizzati divennero di difficile reperibilità e di conseguenza, alcuni creativi dovettero cominciare a sperimentarne di nuovi. Nacquero così; il sandalo invisibile” (con tomaia costituita da fili di nylon usati per le lenze da pesca e tacco a zeppa scolpito e sagomato rivestito di camoscio), o i ‘sandali di carta”, creati con un nuovissimo materiale dell’epoca; il cellophane.

(Sandalo invisibile)

Negli anni attraverso il successo Ferragamo riusci ad acquistare Palazzo Spini Feroni, dove ancora oggi vi è la sede della Maison, accanto il Museo, un vero piccolo paradiso per gli amanti della calzatura.

https://www.ferragamo.com/museo/it/ita

Ingresso Palazzo Spini Feroni, Piazza Santa Trinita 5/R 50123 Firenze

museoferragamo@ferragamo.com

 

Eleonora Riccio

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