Se avete visto Kingsman: The Secret Service sapete perfettamente che il film di cui sto per parlarvi oggi supera i limiti della follia. Sì, perché se pensavate di aver visto tutto con il primo capitolo della saga tratta dai fumetti di Mark Millar sappiate che vi sbagliavate di grosso e che Matthew Vaughn ha superato se stesso, e intuiamo che Kingsman Il Cerchio d’Oro è pura adrenalina fin dal primissimo inseguimento su un taxi per le strade di Londra.
La storia
È passato un anno dalla missione che portò alla sconfitta di Valentine, ed Eggsy (il bravo Taron Egerton) è a tutti gli effetti un kingsman, e la sua vita non potrebbe andare meglio. Adesso veste l’abito alla perfezione, ci sguazza dentro, ed ha preso il posto del compianto Harry Hart. Ora è lui Galahad ed intuiamo subito che nei passati 12 mesi deve averne superate di prove per raggiungere il livello di self control a cui è arrivato. Un nuovo Arthur a capo tavola, lo stesso paziente Merlin a coordinare le missioni e Roxy in squadra con lui. Ma proprio quando tutto sembrava filare per il verso giusto una serie di esplosioni coordinate fanno fuori il quartier generale della Kingsman, la sartoria e la stessa casa di Eggsy-Harry. Dietro le esplosioni c’è Poppy, regina del narcotraffico mondiale, e il suo piano per ottenere la gloria. Eggsy e Merlin, rimasti soli, non hanno più alcuna possibilità di salvarsi e salvare il mondo e in preda ai fumi dell’alcool hanno un’illuminazione: andare negli States. L’illuminazione si rivelerà corretta e lì, in una distilleria del Kentucky, conosceranno i loro cugini americani, gli Statesman, e scopriranno che Harry Hart non è mai morto, ma è lì con loro…
La follia di Matthew Vaughn
I film tratti dai fumetti sono per loro natura esagerati e spesso poco credibili. Quando ci apprestiamo a vedere un film di questo genere dobbiamo andare preparati, sapendo che bisognerà sospendere il piano della realtà per godere a pieno del film. E Vaughn in Kingsman esagera, in tutti gli aspetti possibili. Alcune sequenze, se fossero state inserite in una normale spy story, ci avrebbero fatto venire il voltastomaco fino ad abbandonare la sala. L’esagerazione scelta da Vaughn si basa sul grottesco e su una costante presa in giro dei classici film d’azione. Kingsman, lo si era già visto con il primo, è, passatemi il concetto, lo Zoolander delle spy story. Prende in giro Bond e il suo mondo, e lo fa con una classe tipicamente inglese, e con un’ironia sfacciata. I villain creati da Vaughn sono folli, spietati e terribilmente ingegnosi. Se nel primo capitolo della saga si andava a criticare, neppure sottilmente, l’essere sempre connessi, regalando diversi spunti di riflessione, qui la pietra dello scandalo è l’addizione per eccellenza, quella per le sostanze stupefacenti, in tutte le forme. Dubito che l’intento di Vaughn fosse quello di dare una morale, ma è indubbiamente geniale il suo modo di affrontare la tematica del consumo di droghe.
Il cast stellare di Kingsman Il Cerchio d’Oro
Esagerazione, senso del grottesco, ironia e grandi scene d’azione, eppure questi elementi non bastano a creare un ottimo film che scorre per tutta la sua (lunga!) durata. Una delle carte vincenti di Kingsman Il Cerchio d’Oro è il suo cast e, ovviamente, la creazione di personaggi complessi e ben sfaccettati. Eggsy è ormai un uomo, il suo addestramento è completo e il suo personaggio sembra essersi evoluto alla perfezione. Stessa cosa per Merlin. La vera sorpresa sono le new entry, quei cugini tanto diversi dagli agenti inglesi.
Kingsman vs Staseman
I Kingsman sono “sarti”, gli statesman posseggono una distilleria. I Kingsman vivono in giacca e cravatta e potrebbero sedersi al tavolo del re, gli statesman indossano stivali da cowboy, sputano per terra e non hanno alcuni interesse a sedere al tavolo di un re. Questa contrapposizione è una delle novità più interessanti del film, e che regala alcune scene di estrema ilarità. Ogni Kingsman ha la sua controparte americana, il loro Arthur è Champagne (Jeff Birdges), il loro Merlin, è la bella Ginger 8halle Berry) e poi ci sono gli agenti Tequila e Wihskey, quest’ultimo interpretato da Pedro Pascal, la sorpresa più convincente del sequel insieme alla perfida Poppy, interpretata da una perfetta Julianne Moore, seppure il suo personaggio risulti meno empatico di Valentine. Ottima idea anche il ritorno di Harry Hart (Colin Firth), seppure il personaggio è stato poco sfruttato, nonostante sia stato il più convincente della prima pellicola. Due paroline, poi, vanno spese su Elton John, il mito indiscusso di Kingsman Il Cerchio d’Oro, che veste nientemeno che gli eccentrici panni di sé stesso.
Un sequel vincente
Non ci sono dubbi, Kingsman Il Cerchio d’Oro pur non raggiungendo i livelli di freschezza e originalità della prima pellicola, è uno dei pochissimi sequel degni nota. Confezionato ad arte, esagerato, stupefacente. Vale la pena vederlo per lasciarsi stupire, ridere di gusto e uscire dalla sala chiedendosi “cosa diavolo fuma Matthew Vaughn per pensare una cosa simile”…giusto per restare in tema droghe.